Chi ha avuto modo di assistere a un concerto dei Massive Attack sa benissimo come la loro sia una proposta live in continua crescita, con tasselli che anno dopo anno, tour dopo tour, s’aggiungono a un’impronta profondissima e mantenuta giustamente intatta da Robert Del Naja e Daddy G. Una formazione corposa, singer che salgono e scendono dal palco e quei LED alle loro spalle che pescano nell’attualità per lanciare messaggi e spunti di riflessione su società e politica mondiale.
Al Fabrique per la prima delle tre date italiane (la seconda delle quali sempre nel locale milanese, doppiata causa enorme richiesta di biglietti), le novità stanno innanzitutto nei nuovi brani, quelli dell’EP “Ritual Spirit” uscito da un paio di settimane e che ha riportato i Massive Attack su orbite scurissime. Poi, strettamente connessi all’EP, un paio di altri protagonisti della serata: c’è Azekel, chiamato in causa per la title track, così come il trio hip hop scozzese dei Young Fathers, alla voce per la superlativa Voodoo In My Blood nonché nel ruolo di band d’apertura.
Anche loro s’incastrano alla perfezione in un meccanismo più che rodato che ha volti noti a tesserne le trame: Martina Topley-Bird è un concentrato di magnetismo più unico che raro, spacca la setlist con le solite magistrali interpretazioni di Paradise Circus e Teardrop, ma si dimostra a suo agio anche in Take It There, altro brano estratto dal nuovo EP per la cui versione in studio c’è stato il ritorno di Tricky insieme ai Massive Attack. C’è Horace Andy, un fantasma dinoccolato che si presenta sul palco per Girl I Love You e per quella Angel che è ancora oggi il crack totale del progetto. C’è Deborah Miller, cui toccano le due chiusure, quella della prima parte di esibizione con Safe From Harm e quella definitiva del concerto con Unfinished Sympathy, piazzata all’estrema destra del palco, con la voce che pare entrare in sala direttamente dalle stelle.
E poi ci sono Del Naja e Daddy G, che si scambiano i ruoli nel classico Risingson, che s’inseguono in Karmacoma e Inertia Creeps, che supportano gli artisti voluti con loro in ogni momento possibile di una setlist che pesca praticamente in ogni lavoro dei Massive Attack. Poche parole a contorno (giusto un “forza Napoli!” di 3D, sempre legato alle sue origini partenopee) e tanta sostanza, con ben due batterie che ricamano un groove incessante. A parlare ci pensano i LED: dal dramma dei rifugiati alla prepotenza delle multinazionali, dal gossip becero che ottenebra le menti della popolazione a questioni strettamente geolocalizzate in Italia come il Family Day o il caso Cucchi. Tutto cambia per non cambiare sul pianeta Massive Attack, e va benissimo così.
SETLIST: Battle Box 001 (con Martina Topley-Bird) – United Snakes – Risingson – Paradise Circus (con Martina Topley-Bird) – Ritual Spirit (con Azekel) – Girl I Love You (con Horace Andy) – Psyche (con Martina Topley-Bird) – Future Proof – Jupiter – Teardrop (con Martina Topley-Bird) – Angel (con Horace Andy) – Inertia Creeps – Safe From Harm (con Deborah Miller) — encore 1 — Take It There (con Martina Topley-Bird) – Voodoo In My Blood (con Young Fathers) – He Needs Me (con Young Fathers) — encore 2 — Unfinished Sympathy (con Deborah Miller)