Assistere a un concerto dei Mogwai è un po’ un rito, qualcosa di vicinissimo a una catarsi che non muta mai forma e sostanza, neanche alla seconda o terza volta che li si incrocia. E’ tutta una questione di input, di sensazioni, di feedback che entrano in profondità nelle viscere e sconquassano da dentro per poi esplodere su per la gola e da lì dritto in testa. Non cambia mai il copione. E’ la costante di questi postrockers riciclatisi negli ultimi anni in virtuosi ricercatori della forma canzone.
Perché i Mogwai non sono più quelli degli esordi, da almeno tre album a questa parte, ma nonostante ciò tirano fuori lavori come l’ultimo “Rave Tapes”: magari patinati, magari meno immediati nella loro urgenza espressiva, ma di certo non poco ispirati. Semplicemente diversi e, per questo, complementari ai precedenti, anche e soprattutto durante i live al fulmicotone della band.
Gli scozzesi negano al pubblico milanese (e lo diciamo con un tono a metà fra la moglie tradita e la vostra maestra delle elementari) il classico “Haunted By A Freak”, negano quella “Cody” agognata da ciascun loro fan che si rispetti, negano persino la stupenda “Blues Hour”, probabilmente il pezzo più intenso del nuovo album, fra i più attesi (almeno per quanto ci riguarda). Ma concedono una Take Me Somewhere Nice da brividi, la perla da “Come On Die Young” Ex-Cowboy e la consueta liturgia di Mogwai Fear Satan, perfetto manifesto del mogwai-pensiero.
E’ un continuo climax la loro esibizione, tra un brano e l’altro e all’interno di ciascuno di essi: il nuovo singolo Remurdered ha già dal vivo il piglio dei suoi illustri predecessori, Friend Of The Night ed Auto Rock (piazzate rispettivamente quasi all’inizio e quasi alla fine ed estratte dallo stesso “Mr. Beast”) chiudono il cerchio del concerto, Jim Morrison è lì, morto, ma pronto a dettare sentenze, Rano Pano e Batcat scorticano le meningi come sempre.
A condire il tutto la scenografia di questo tour, minimale ma non per questo carente in quanto a impatto: dei led colorati a formare il logo esagonale presente sulla copertina di “Rave Tapes” sovrastano il palco e cambiano colore all’occorrenza, l’occhione dell’artwork sta alle spalle della band e illuminato dalle luci sembra vivere di vita propria e infine i numerosi riflettori che finiscono per essere strumento seppur non musicale, funzionali all’incedere dei brani proposti.
Cento minuti dura l’esibizione dei Mogwai all’Alcatraz, cento minuti di un rito che difficilmente perderà mai il suo fascino e cui non ci stancheremo mai di presenziare. Emozionante.
SETLIST: Heard About You Last Night – Friend Of The Night – Take Me Somewhere Nice – Rano Pano – Deesh – Ex-Cowboy – Mexican Grand Prix – White Noise – I’m Jim Morrison, I’m Dead – How To Be A Werewolf – Remurdered – Batcat —encore— The Lord Is Out Of Control – Auto Rock – Mogwai Fear Satan