«I miei piani per il sabato sera / tengono conto ormai solo di dove vai / mentre tutto precipita / I miei piani per il sabato sera / tengono conto ormai solo di dove sei / tutto il resto non conta più». Facile cominciare così. Assolutamente fuori discussione. Ma quando i tuoi piani per un sabato sera romano, guarda caso, prevedono un concerto dei Non Voglio Che Clara, in fondo potrebbe anche esser peccato non farlo notare. Il gruppo di Belluno torna a Roma dopo quasi un anno, carico di aneddoti sulla propria città natale e fresco della ristampa di “Hotel Tivoli”.
In formazione ridotta e bellicosamente acustica, Fabio De Min e soci intrattengono un pubblico attento e assai coinvolto nonostante una parte dei presenti, nei pressi del bar dell’accogliente Le Mura, scelga ostinatamente di schiamazzare per l’intera durata della performance. Poi uno dice: il suffragio universale.
Note stonate a parte, in ogni caso, la serata si dipana dolcemente lungo l’intera carriera della band, cominciando ordinatamente dai primordi (Quello con la telecamera, Hotel Tivoli, la già citata I piani per il sabato sera) per arrivare all’ultimo “L’Amore Fin Che Dura”.
Pezzi come L’inconsolabile (introdotta da una curiosa analogia con Gigi D’Alessio), Le mogli o La sera, eccellenze del pop nostrano, tolgono il fiato in una veste così intima, laddove l’effervescenza de La bonne heure regala veri e propri momenti da balera, in platea. La splendida Le guerre chiude la prima parte dell’esibizione, che tuttavia decide saggiamente di risparmiare «la solita pantomima del bis; tanto non sappiamo dove cazzo andare». E allora, una in fila all’altra, ecco le delicate attenzioni de I condomini, Le paure e Il nastro rosa, che precedono un doveroso, eccezionale tributo a Flavio Giurato (Marcia nuziale), principe della canzone italiana.
Il punto esclamativo, per soddisfare le reiterate e ben accolte richieste dalla regia, giunge sulla scia d’una magnifica Cary Grant in versione vagamente pornografica, congedo d’una serata raccolta, crepuscolare e cristallina. Come la classe intatta dei Non Voglio Che Clara, tra i rari eredi d’una tradizione che vanta pochi figli di cotanti padri e si conferma, anno dopo anno, tra le prime scelte per la successione al trono.
SETLIST: Quello con la telecamera – Hotel Tivoli – I piani per il sabato sera – Le anitre – L’inconsolabile – L’ultima occasione – Le mogli – La bonne heure – Gli acrobati – La sera – Le guerre —encore— I condomini – Le paure – Il nastro rosa – Marcia Nuziale (Flavio Giurato) – Cary Grant