Povera Gran Bretagna: se gli alfieri del nuovo rock d’Oltremanica sono Arctic Monkeys , Jake Bugg, Vaccines e Miles Kane c’è da stare poco allegri. Pensi agli anni magici: l’Hacienda, Alan McGee e la sua Creation Records, il britpop ed inevitabilmente all’immenso gap con le nuove leve. Poi ti capita una serata come quella di mercoledì, dove quel glorioso passato bussa alla tua porta. Sarebbe un delitto non aprire, soprattutto se la band in questione è tutt’altro che bollita e riesce a farti sentire per qualche ora parte integrante della magia di quegli anni. E sarebbe disonestà pura derubricare le emozioni provate ad un semplice effetto nostalgia, visto che i Primal Scream hanno una resa live da primi della classe.
Una band come quella di Gillespie non deve tra l’altro condividere il palco con nessuno, essendo il loro concerto un autentico viaggio. Sarà un caso, ma li vidi al Festival di Leeds del 2003 (contesto tutt’altro che intimo) e fu un live pessimo, frutto di una location dispersiva e del pubblico meno recettivo che abbia mai visto. La serata dell’Alcatraz è invece molto intima, forse fin troppo: pochi biglietti venduti e, nonostante il locale abbia chiuso per metà il parterre, ci sono comunque ai lati del palco alcuni vuoti preoccupanti.
Ad aprire la serata sono i Kutso, band emergente romana vincitrice di un contest apposito. Ammetto di essere parecchio prevenuto, ma i ragazzi suonano bene e il cantante si rende protagonista di alcune gag col pubblico davvero irresistibili. Alle 21,30 in punto salgono sul palco gli ex ragazzi di Glasgow, che cominciano subito con due brani che sono guarda caso le migliori canzoni dell’ultimo album, il buon “More Light”. 2013 (nove minuti di durata, tanto per iniziare bene) ha una buona melodia, epica e acida in perfetta tradizione Primal Scream.
Hit Void invece, con il suo shoegaze meravigliosamente violento, inizia a scaldare la platea, una volta tanto selezionata e priva di hipster dell’ultima ora (per la serie: meglio pochi ma buoni). E’ ovvio però che i momenti topici della serata siano altri. Il primo è indubbiamente rappresentato dalla meravigliosa Shoot Speed / Kill Light: uno dei rari episodi realmente “solari” della discografia degli scozzesi, che dal vivo riesce ad emozionare più che su album, e non è davvero roba di poco conto. Ma ad emozionare è soprattutto lui, Bobby Gillespie. Carismatico, magnetico, spettacolare, mai banale: gli aggettivi si sprecano, ma sta di fatto che siamo davanti ad uno dei più grandi frontman viventi, una sorta di Mick Jagger del rock indipendente.
Nel corso della serata c’è sicuramente fin troppo spazio per le non sempre riuscite canzoni del nuovo album, tra le quali voglio comunque ricordare l’intima ballad Walking With The Beast e soprattutto l’ottima It’s Alright, It’s OK, che strizzando più di un occhio a “Screamadelica” ci proietta definitivamente verso il gran finale. Torniamo un attimo a “XTRMNTR”, album del 2000 dei Primal Scream. Se la già citata “Shoot Speed / Kill Light” ne rappresentava il paradiso, l’inferno di quel disco prende ovviamente le inquietanti sembianze di Swastika Eyes, che si abbatte sull’Alcatraz con la forza di una bomba atomica. Il concerto rock diventa improvvisamente un rave party suonato dal vivo, e si scatena qualcosa più simile ad una danza tribale che ad un classico pogo.
Poi – come se nulla fosse, ma questa band dall’alto della sua discografia se lo può permettere – si passa alla gioiosa Country Girl, che si è guadagnata nel corso degli ultimi anni i gradi di inno ai concerti dei Primal Scream, grazie anche ai numerosissimi passaggi in radio. Il delirio collettivo prosegue con Rocks, ultimo brano prima della pausa strategica che precede il momento dedicato a “Screamadelica”, autentico album di culto del rock anni ’90 (anche se di rock ha ben poco).
Un concerto nel concerto che vede Gillespie, Innes e soci (tra i quali spicca la gradevole presenza femminile di Simone Butler, nuova bassista) suonare di fila Higher Than The Sun, Loaded (eseguita insieme al brano che l’ha originata, ovvero I’m Losing More Than I’ll Ever Have) e Movin’ On Up. In tutta onestà non reputo “Screamadelica” l’album migliore degli scozzesi, ma i brani dal vivo sono irresistibili ed hanno tutt’altra resa rispetto al disco, che è comunque un bel pezzo di storia della musica. Questa memorabile serata termina qui, esco dall’Alcatraz e fa freddo. Sembra Glasgow, ma è Milano.
SETLIST: 2013 – Hit Void – Jailbird – Slip Inside This House (cover 13th Floor Elevators) – Shoot Speed / Kill Light – Accelerator – Culturecide – Tenement Kid – Walking With The Beast – Goodbye Johnny – Turn Each Other Inside Out – Autobahn 66 – It’s Alright, It’s OK – Swastika Eyes – Country Girl – Rocks —encore— Higher Than The Sun – I’m Losing More Than I’ll Ever Have – Loaded – Movin’ On Up