Se n’รจ parlato tanto di “Villains”, del suo essere un disco ballabile, della produzione affidata a un personaggio ingombrante come Mark Ronson, di un Josh Homme molleggiato novello Elvis e di quella che sarebbe potuta essere la resa live dei nuovi brani e il loro confronto con la passata produzione dei Queens Of The Stone Age. Se n’รจ parlato tanto e adesso eccoli qui i QOTSA, a Bologna per la prima data della tranche europea del tour a supporto di “Villains”.
Il responso รจ che sรฌ, magari qualcuna delle tracce di “Villains” ha un groove che potremmo anche definire danzereccio, ma i Queens Of The Stone Age dal vivo sono un blocco di granito inscalfibile che ne fa, oggi piรน che mai, una delle migliori rock band del pianeta. E badate, sul palco Homme e i suoi non raggiungono questo risultato sciorinando classici di quel repertorio che li ha visti stoner sulla scia dei mitologici Kyuss: ci sono Monsters In The Parasol, You Think I Ain’t Worth A Dollar, But I Feel Like A Millionaire, No One Knows, Mexicola e Go With The Flow, รจ vero, ma la differenza maggiore la fanno proprio i brani piรน recenti, quelli di “Villains” come Feet Don’t Fail Me o The Way You Used To Do, posti in sequenza, e soprattutto quelli di “…Like Clockwork” che spaccano piรน del resto, con l’iniziale If I Had A Tail, My God Is The Sun, I Sat By The Ocean e I Appear Missing sugli scudi.
Homme รจ in forma e sfacciato come e piรน del solito, ne ha per uno spettatore che gli fa il dito medio (“Io sono meglio di te”, gli dice), invita tutti a contravvenire il divieto di pogo purchรฉ non ci si faccia del male, spiccica qualche parola in un buon italiano e fa il gradasso su un palco che possiede come pochi altri frontman, dall’alto dei suoi quasi due metri d’altezza che lo rendono gigante prima ancora che inizi a suonare. Gli altri della band gli vanno dietro che รจ un piacere, con un Jon Theodore inarrestabile che martella le pelli come un forsennato e si ritaglia un inciso devastante nel bel mezzo di No One Knows, tutti impegnati a prendere a calci e far oscillare le numerosi luci al led sparse per il palco.
Una macchina rodata, quella dei QOTSA, che per due ore infiamma una Unipol Arena riempita in ogni ordine di posti, nonostante coi volumi qualcosa a tratti non vada proprio benissimo, specie dalle tribune. Ma in fondo questo รจ il rock e lo dice chiaro e tondo anche Homme, a un tratto: “Siamo qui per bere, ballare e scopare”, l’essenza di una band che funziona da vent’anni perchรฉ gioca semplice, picchia duro e suda sul palco piรน di chi sta sotto.
SETLIST: If I Had A Tail – Monsters In The Parasol – My God Is The Sun – Feet Don’t Fail Me – The Way You Used To Do – You Think I Ain’t Worth A Dollar, But I Feel Like A Millionaire – No One Knows – Mexicola – The Evil Has Landed – I Sat By The Ocean – Smooth Sailing – Domesticated Animals – Make It Wit Chu – I Appear Missing – Villains Of Circumstance – Little Sister – Sick, Sick, Sick – Go With The Flow —ENCORE— Head Like A Haunted House – A Song For The Dead