Spulciando gli archivi live di tante band, spunta ogni tanto qualche sorpresa più o meno clamorosa. Per gli Snow Patrol, ad esempio, quello del Fabrique è il primo concerto da headliner in terra italiana: davvero incredibile, se pensiamo ai loro tanti tour europei e alla più che discreta popolarità della band nordirlandese. “Sorry for the delay”, dirà infatti Gary Lightbody – profilo da professionista serio e cortese – dopo un paio di canzoni.
L’ultima volta del gruppo in Italia era stata una vita fa, all’Heineken Jammin’ Festival 2004, in uno scenario non esattamente entusiasmante: pochi intimi sotto il palco, sole cocente, orari ultra pomeridiani. Per tutti questi motivi la risposta del pubblico milanese (e non) destava curiosità: arrivati poco dopo le 20:00, lo scenario non è dei più incoraggianti, non c’è fila fuori da un locale che all’interno è ancora mezzo vuoto, nonostante ben due esibizioni di supporto (i connazionali JC Stewart e Ryan McMullan). Nel giro di quaranta minuti, accade un mezzo miracolo: il Fabrique si riempie, si riempie per bene, e accoglie a dovere gli Snow Patrol, che salgono sul palco con qualche minuto d’anticipo rispetto all’orario previsto.
L’inizio del live (Take Back The City, Chocolate) è più che buono, con Lightbody e soci che sfoggiano con orgoglio il loro marchio di fabbrica: pop rock vigoroso e cortese allo stesso tempo, più piacevole dal vivo che su disco. È poi la volta di Empress, miglior brano dell’ultimo disco (il più che buono “Wildness”) che ci dimostra come il songwriting della band – anche se più discontinuo rispetto ai brillanti esordi – sia ancora capace di picchi qualitativi notevoli. Segue Don’t Give In, singolo di lancio del già citato “Wildness”, che ci conferma quanto detto in precedenza: gli Snow Patrol riescono a far guadagnare dal vivo parecchi punti in più a ogni canzone, grazie a una formazione esperta e rodata.
Non c’è un momento di pausa, perché subito dopo c’è spazio per il momento epico del concerto: l’ambiziosa Open Your Eyes è il preludio perfetto alla memorabile Run, vero capolavoro della band, splendida cavalcata emozionale con i suoi sei minuti di durata. La band – a conferma di una setlist studiata nei minimi dettagli – continua ad far bene grazie a You Could Be Happy, preziosa ninna nanna ulteriormente valorizzata da una bellissima coreografia stellata. Dopo tanti bei momenti, c’è un piccolo calo fisiologico (Make This Go On Forever e Shut Your Eyes non entusiasmano come i brani precedenti), anche perché Lightbody si scusa per la resa della sua voce, comunque più che dignitosa se pensiamo alle condizioni di salute del frontman, arrivato malaticcio a Milano.
Il concerto però riprende subito quota con l’intima Dark Roman Wine, che strega il Fabrique con un toccante organo, e Heal Me, altro ottimo episodio proveniente dall’ultimo disco della band. È il momento del gran finale, con altri singoloni pescati dalla discografia degli Snow Patrol: peccato per l’assenza di “Spitting Games”, ma c’è spazio per le celebri Chasing Cars, You’re All I Have e la conclusiva Just Say Yes, che fa scatenare il Fabrique in un clima di festa generale. Si torna a casa contenti, felici di aver dato fiducia a una band che ha ancora tanto da dire.
SETLIST: Take Back the City – Chocolate – Crack The Shutters – Empress – Don’t Give In – Open Your Eyes – Run – You Could Be Happy – Life On Earth – Make This Go On Forever – Shut Your Eyes – Dark Roman Wine – Heal Me – The Lightning Strike (What If This Storm Ends?) – Chasing Cars – You’re All I Have —ENCORE— What If This Is All The Love You Ever Get? – Just Say Yes