Ore 23.30. I siciliani Tempestine, gruppo di apertura della serata, stanno per terminare la loro performance. Il pubblico è già al completo e riempie per intero gli spalti della sala centrale dello Zo, trasformata per l’occasione in auditorium. La luce è soffusa e gli spettatori silenziosi, composti in attesa dell’ingresso in scena del duo australiano. Sul palco un pianoforte, una chitarra acustica, un contrabbasso ed una misteriosa sega attendono di prender vita. Trascorrono pochi minuti ed ecco Karl Smith e Pete Cohen comparire e prendere posizione sul palco con sorprendente naturalezza e semplicità. In sala si respira una certa tensione fatta di curiosità e rispetto, che nel corso della serata andrà via via allentandosi, grazie anche alle battute ed ai simpatici aneddoti raccontati da Pete in un quasi perfetto italiano. L’attacco è affidato a Tickets To The Fight, uno tra i brani più intensi dell’ultimo album “Reservations”: l’archetto scivola lento sulle corde del contrabbasso, le dita di Karl tessono delicati arpeggi di chitarra e la sua limpida voce sfiora gli animi degli spettatori. L’incanto ha inizio e accresce con la dolce melodia di Reservations e con il country malinconico di Keith And Tina, pezzo ispirato ad una storia americana d’amore e morte consumatasi in un motel fuori città, fino a toccare l’apice con Firelines. Il pubblico è stordito dalla struggente intensità del brano e occorrono diversi secondi prima che si riprenda e applauda ancora emozionato.
Le canzoni sono eseguite con eccezionale cura e Pete, sebbene il contrabbasso gli sia stato prestato per l’occasione, riesce subito a far suo lo strumento e suona con passione e trasporto accompagnando le note con vocalizzi e controcanti dai toni sorprendentemente gravi. Il duo prosegue con Michelle’s Cabin, pezzo strumentale in cui Pete suona una sega con l’archetto producendo spettrali onde sonore. Poi arriva il momento di brani più solari tratti dai precedenti lavori come Out, Fitzroy Strongman e Otherwise Open. L’atmosfera adesso è di assoluta intimità: merito anche degli intervalli tra una canzone e l’altra, nei quali Pete, rivela le sue origini catanesi, con sommo stupore dei presenti, o racconta con ironia della sfortuna che sta perseguitando il gruppo in questo tour italiano e che stasera impedisce di utilizzare il pianoforte a causa dell’irreperibilità della chiave. E’ facile smarrirsi tra i suoni delicati e la magica atmosfera creata dai Sodastream. Così, quando i due si congedano, dopo aver eseguito Constant Ships, gli spettatori sono ancora rapiti e per evitare un ritorno alla realtà eccessivamente brusco li richiamano sulla scena. Il bis è affidato a Welcome Throw e Chorus Line, che chiudono la serata con le ultime emozioni. Prima di andar via ci dirigiamo verso il banchetto del merchandising che stasera offre anche la possibilità di scaricare il live appena eseguito su lettore mp3 o su pen-drive. Qui veniamo raggiunti dai due artisti che con assoluta disponibilità soddisfano richieste di autografi e foto ricordo.
SETLIST: Tickets To The Fight – Reservations – Keith And Tina – Firelines – Michelle’s Cabin – Out – Fresh One – Warm July – Fitzroy Strongman – Let It All Turn Black – Heaven On The Ground – Otherwise Open – Constant Ships —encore— Welcome Throw – Chorus Line
A cura di Valerio Viglianisi