Non c’è dubbio che i Suuns, dal fortunatissimo “Images Du Futur”, non abbiano interrotto la loro ambiziosa corsa. Sia per quanto concerne l’elaborazione – sempre più complessa e coscienziosa – dei brani, sia di conseguenza per la loro resa dal vivo. Il quartetto canadese, reduce dal miglior album della propria carriera, “Hold/Still”, presenta a Roma l’ultima fatica “Felt” – disco un pizzico più ostico e forse meno spumeggiante, ma ulteriore frammento in più di un interessantissimo discorso amoroso.
In scaletta, sono anticipati da Mai Mai Mai, nuovo moniker dell’incappucciato Tony Cutrone. Il compositore tinge di scuro l’ingresso della sala principale del Monk, col suo drone possente e molto ben eseguito.
Pochi minuti dopo, complice anche la non necessità di un cambio palco, sale sul main stage il quartetto canadese – che pare in ottima forma. L’esibizione si apre con le prime quattro tracce della nuova pubblicazione pocanzi menzionata: Look No Further, X-Alt, Watch You, Watch me, Baseline. Ed è un inizio col botto. I Suuns paiono la moderna evoluzione dei Wire del meraviglioso “Send”, aumentando i giri e dando molto più corpo alla sezione ritmica rispetto alle incisioni su LP.
Il risultato è una performance che sposa egregiamente i saliscendi dai toni prettamente cupi che contraddistinguono la setlist, costruita per dare sfogo in mezzo ai pezzi che hanno reso celebre il gruppo: le bellissime 2020 e Powers Of Ten. La flessione del binomio Control / Make It Real si amalgama con l’accelerazione portata alle estreme conseguenze di Daydream, che si abbandona poi alla definitiva chiosa più pop di Peace And Love e Pie IX.
Coordinati in cabina di regia dal fondamentale Radwan Ghazi Moumneh aka Jerusalem In My Heart, i ragazzi di Montreal si rivelano avidi nella concessione di un encore a onor del vero richiesto, anche se non a gran voce, da un pubblico numeroso nonostante l’ora tarda e il turno infrasettimanale. Peccato. Al netto dell’intensità e della maturità dimostrate e non più mettibili in discussione, un concerto sotto l’ora e mezza di durata lascia quasi sempre un pizzico di amaro in bocca.
SETLIST: Look No Further – X-Alt – Watch You, Watch Me – Baseline – Instrument – Translate – 2020 – Powers Of Ten – Control – Make It Real – Daydream – Peace And Love – Pie IX