Accompagnati dall’accurato violoncello di Martina Bertoni, Teho Teardo e Blixa Bargeld salgono sul palco alle 22.30 circa, dando vita ad una performance di rara, elegantissima, pregiata intensità. Si comincia con le sinuose asprezze di Nur Zur Erinnerung, per proseguire funambolicamente sul filo teso ad attraversare tutte le composizioni presenti nell’eccellente “Still Smiling” – e oltre. L’ironica, impacciata destrezza di Mi Scusi precede le cupe vampe di Axolotl, la seducente malinconia della title-track Still Smiling, e i wittgensteiniani quesiti in What If?.
Bargeld, unico inquilino in luce al centro del palco, è il protagonista dichiarato di questo tour, il primo attore che mangia – è proprio il caso di dirlo – la scena facendo poca, pochissima scena. Presenza imponente, maestro di stile e fuoriclasse assoluto, indossa magistralmente l’haute musique cucitagli addosso da un altro indiscusso primatista: Teho Teardo. Molto più che un semplice sparring partner, quest’ultimo è anzi il tacito deus ex machina d’un progetto tanto ambizioso quanto riuscito, che ci auguriamo essere solo alle prime fortunatissime battute. Martina Bertoni infine, puntuale ed equilibrata, è il tassello perfetto per abbracciare il duo, col quale l’amalgama è gustosamente tangibile.
Dopo lo splendido dittico Come Up And See Me / Alone With The Moon, è il turno di Millions Of Eels (ispirata ad un documentario sulle anguille) prima e A Quiet Life poi: primo vero nascituro di questa strana coppia, incluso nell’o.s.t. dell’omonima pellicola. E’ Negroni la traccia sulla quale cala momentaneamente il sipario, raggiunta di lì a poco da Defenestrazioni. «Ho sempre voluto utilizzare questa parola», afferma Blixa, che in seguito annuncia la vera sorpresa della serata: una magnifica cover di “Crimson And Clover”. L’arcinoto successo di Tommy James and The Shondells, qui riproposto in realtà nella versione italiana di Patrick Samson, Soli si muore, è la prelibatissima ciliegina su una torta già squisita.
I sinonimi di “stato di grazia” che regala il dizionario (stavolta ci affidiamo al Treccani) sono: beatitudine, benessere, felicità, nirvana, pace, paradiso, serenità, tranquillità. Tutte alterazioni che si devono, è chiaro, a quegli “sparuti incostanti sprazzi di bellezza” cui accenna il protagonista d’un chiacchieratissimo film nostrano. Che quel film sia diretto da un regista con cui Teardo ha già (ben) lavorato in passato, è solo un caso pretestuoso ai fini di questa recensione. Ci serve unicamente per affermare la grande bellezza di “Still Smiling”. Per sottolinearne il garbato prodigio, per documentarne i piacevoli effetti, per esortare chi legge a goderne ed augurarci – senza far schermo – che quanto accaduto possa ripetersi a breve. Serata da applausi.
SETLIST: Nur Zur Erinnerung – Mi Scusi – Axolotl – Buntmetalldiebe – Still Smiling – Nocturnalia – What If? – Konjunktiv II – Come Up And See Me – Alone With The Moon – Millions Of Eels – A Quiet Life – Negroni —encore— Defenestrazioni – Soli si muore