Era dall’anno 2002 che Joe Lally e Brendan Canty non suonavano assieme. Sedici primavere: parecchie per gli orfani di un gruppo seminale come i Fugazi. Parecchie anche per chi non ha avuto mai modo di vederli dal vivo o goderne un’uscita su disco in età, per così dire, adulta. Nessun problema. In aiuto delle nuove generazioni, ecco i Messthetics, trio composto dalla mostruosa sezione ritmica di cui sopra più la chitarra – stupefacente – di Anthony Pirog.
Anticipati brevemente dagli Effetti Collaterali, trio di Potenza molto più soft, i Nostrifanno il loro ingresso sul palco del Brancaleone di Roma intorno alle 23:30, mostrando immediatamente i muscoli. Non sono tuttavia, quelli della band di base a Washington D.C., dei semplici assalti sonori: sono equazioni folli, formule tanto rigorose quanto vitali, in piena sintonia con lo spirito dei musicisti coinvolti. Tra cambi di direzione, accelerazioni improvvise e saggi d’inopinabile maestria, il corso di laurea breve del gruppo prosegue per un’ora e venti minuti senza il minimo intoppo, senza orpelli, senza pietà. Impossibile non saltare dalla sedia (figurata, visto il parterre chiaramente in piedi) con brani come Quantum Path, Crowds And Power o l’annichilente Serpent Tongue, impossibile non restare ipnotizzati dal gioco di pedali di Pirog, dalla possenza dei colpi di Canty, dal rigore stilistico di Lally.
La musica dei Messthetics è, in totale continuità con la storia dei suoi membri, un enorme dito medio non soltanto a una qualsivoglia parvenza d’interesse vagamente commerciale, ma persino una prova non semplice per chi li ha amati in passato, magari in cerca di un calco o di un degno erede per “The Argument”. Nessun erede, nessuna stirpe, nessuna linea di sangue. Soltanto tre leggende in uno stato di forma sempreverde che si divertono terribilmente a fare quello che fanno: uno spettacolo per gli occhi, per le orecchie, per la testa.
SETLIST: Mythomania – Assignment – Quantum Path – Your Own World – The Inner Ocean – Wipers – Cloop – Talking Heads – Sixes/Sevens – Ambient – Boredom – Serpent Tongue – Radiation Fog – Crowds And Power