Dopo averli visti all’opera nella miriade di festival estivi cui hanno apposto il loro nome in cartellone, gli irlandesi The Murder Capital sono adesso in giro nei locali di mezza Europa e arrivano a Milano per la primissima volta, una città che non è mai una semplice “tappa” per chi viene a suonare in Italia, ma una vera e propria cartina di tornasole di come si è recepiti dalle nostre parti. Complice magari il loro passaggio dello scorso Luglio al Fake Fest, in provincia di Rimini, complice il maltempo o complici forse le altre due date a stretto giro di Bologna e Roma, la sala grande del Circolo Magnolia non è strapiena come nelle migliori occasioni. Un po’ a sorpresa, lo ammettiamo, perché di roba come “Gigi’s Recovery” (il loro secondo lavoro in studio uscito a Gennaio) quest’anno se n’è sentita poca.
I The Murder Capital in questo 2023 hanno lasciato e stanno continuando a lasciare il segno, perché con un altro lavoro a fuoco come il già citato nuovo album si sono allontanati sempre più da paragoni e similitudini ingombranti per imbracciare una propria roboante dimensione. Una dimensione che li vuole tra le cose migliori che attualmente possano calcare un palco: perché James McGovern è un frontman magnetico come pochi in circolazione, di quelli che al primo minuto di live ti stanno sul cazzo per come s’atteggiano ma che dal secondo minuto in poi non puoi più fare a meno di guardare, con quelle sue movenze sensuali e violente al tempo stesso, con la sua voce cangiante che coglie nel dettaglio le sfumature dei suoi testi; e poi perché sono musicisti evidentemente dotati, con un background variegato che li mette a proprio agio in diversi contesti. E come già accaduto le precedenti volte che avevamo avuto modo di incrociarli, la batteria di Diarmuid Brennan è il vero motore della formazione dublinese, sa essere marziale come nella miglior tradizione post punk, ma picchia da matti quando c’è da picchiare. Una sezione ritmica davvero, davvero d’impatto che fa tutta la differenza del mondo, dal vivo anche più che su disco.
La setlist paga ovviamente pegno al nuovo album, con Return My Head, la title track ed Ethel che fanno il vuoto emozionale della serata. Ma a cercare i due momenti più coinvolgenti non si fatica a trovarli proprio all’inizio e alla fine, coincidenti con due estratti dall’ottimo “When I Have Fears” del 2019: parliamo ovviamente di More Is Less e Don’t Cling To Life. McGovern è un ossesso, s’inerpica sulle transenne, si lancia fra le prime file, fa stage diving, si piega su se stesso e all’indietro come un contorsionista, senza mai perdere per un secondo di vista l’obiettivo principale, ovvero urlare le sue parole al microfono. È una performance decisamente fisica e scenografica quella dei The Murder Capital, ma il tutto è funzionale alla resa dei pezzi.
Alla fine, con le ultime note di Feeling Fades che ancora escono dagli amplificatori, McGovern scende tra il pubblico, si fa largo tra le pacche sulle spalle della platea e si dirige direttamente al banchetto del merchandising, dove di lì a poco lo raggiungono anche gli altri della band. Saranno una marea di dischi e magliette vendute, di autografi, foto e sorrisi. E fosse solo per questo, per il modo in cui i The Murder Capital riescono a coinvolgere anche giovanissimi, spingendoli a spendere X preziosissimi euro per un vinile, che bisogna ringraziare questi cinque irlandesi per esserci.