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Van der Graaf Generator – 03/07/2013 – Trezzo sull’Adda (Mi) – Live Club

I Van der Graaf Generator sono una delle band più originali, innovative, intense, creative e amate – soprattutto in Italia – del panorama progressive rock (e non solo). Ci si potrebbe forse chiedere se questa loro fama trovi ancora riscontro e conferma “sul campo”, in sede live, quando ormai i membri del gruppo hanno raggiunto le 65 primavere e sono passati più di 40 anni dai tempi del capolavoro “Pawn Hearts”. La risposta è estremamente semplice, non presenta sfumature, dubbi, “se” o “ma”. La risposta è sì. Peter Hammill (voce, chitarra, tastiere), Hugh Banton (organo, tastiere) e Guy Evans (batteria) – tutti membri originali della formazione, orfana, dal 2006, del solo sassofonista David Jackson – si presentano al Live Club di Trezzo sull’Adda (gremito per l’occasione) per la penultima tappa del loro tour europeo, regalando ai presenti uno show di livello assoluto.

L’apertura è affidata a Over The Hill, brano tratto da “Trisector” (2008), secondo dei quattro album post reunion (2005) dei VdGG; il disco in questione si rivelerà essere quello da cui la band attinge maggiormente per la setlist del concerto: verranno infatti suonate anche Lifetime e All That Before (pezzo particolare questo, in cui il trio “mostra i muscoli” sfoggiando possenti riffoni hard rock, inediti ma tutt’altro che fuori luogo). Da un passato recente (“A Grounding In Numbers”, 2011) arriva anche Your Time Starts Now. Prima però aveva trovato spazio una delle assolute vette di questo concerto, la suite Flight (da “A Black Box”, album solista di Hammill del 1980): 20 minuti di straordinaria intensità, con continui cambi di atmosfere e di ritmo, e con quei saliscendi musicali ed emozionali che sono il più tipico e riconoscibile marchio di fabbrica del repertorio del Generatore.

Basterebbe l’esecuzione dei brani fin qui citati per capire con chi abbiamo a che fare: la voce di Hammill è semplicemente incredibile, il lavoro di Banton alle tastiere insostituibile, l’abilità ritmica di Evans impagabile; il tutto è amalgamato da un interplay tra i musicisti che lascia a bocca aperta e da una perizia tecnica che ha il grande merito di non risolversi mai in mero esercizio di stile, rivelandosi al contrario strumento fondamentale per veicolare l’immensa carica emotiva che il trio albionico è in grado di trasmettere. Quanto di buono detto finora (menzione va fatta anche all’ottima acustica del Live) vale certamente anche per Scorched Earth, da Godbluff” (1975).

Dopo questo brano arriva il momento più atteso della serata: è infatti la volta di A Plague Of Lighthouse Keepers (da “Pawn Hearts”, 1971, indiscusso vertice dell’intera discografia dei Van der Graaf). Il pezzo in questione, una suite di oltre 20 minuti, è – senza esagerare – una delle composizioni più affascinanti ed emozionanti della storia del progressive e, forse, del rock tutto; stante la sua estrema complessità, la band inglese non l’aveva di fatto mai proposta dal vivo nella sua interezza. In questo tour dell’estate 2013 Hammill e soci hanno invece accettato la sfida, decidendo di suonarla ad ogni data. Tale scelta, oltremodo coraggiosa ma anche parecchio rischiosa, ha dato ragione ancora una volta ai VdGG: l’esecuzione non fa affatto rimpiangere la versione su disco, le soluzioni adottate dai nostri risultano vincenti, il coinvolgimento e la carica emotiva sono travolgenti, la prova vocale di Hammill è da antologia. Questa “A Plague Of Lighthouse Keepers” va quindi in archivio come una delle cose più intense e riuscite che qualunque rock band (…anche di ben più giovane e fresca età anagrafica!) possa mai offrire esibendosi su di un palcoscenico.

Dopo 7 brani per un’ora e mezza di musica, la band si congeda dal pubblico con Gog (da “Still Life”, 1976), inevitabilmente – e non per suoi demeriti – non in grado di eguagliare il climax raggiunto con la precedente suite (sulla quale il set poteva tranquillamente terminare senza che nessuno, o almeno il sottoscritto, avesse nulla da recriminare). Per concludere, credo vada aggiunta un’ultima cosa a quanto fin qui detto. Particolarmente importanti sono stati l’impatto e la sensazione di fondo che i Van der Graaf Generator sono riusciti a trasmettere: non quelli di una band alle soglie della pensione, che vive di rendita e fa concerti per incanutiti fans nostalgici dei bei tempi andati; ma di un trio di straordinari musicisti in grado di proporsi con un’intensità, una passione, un coraggio, una carica ancor oggi innovativa e una freschezza che in pochissimi possono vantare e che tanti, tantissimi non possono far altro che invidiare o cercare di imitare. Rispetto e ammirazione totali quindi. Giù il cappello.

SETLIST: Over The Hill – Flight – Your Time Starts Now – Lifetime – All That Before – Scorched Earth – A Plague Of Lighthouse Keepers – Gog