Pionieri del rap metal e trascinati dai moventi politici del frontman Zack De La Rocha, i Rage Against The Machine hanno dato una scossa alla scena alternative rock anni Novanta diventandone icone assolute. Anticapitalismo e lotta per i diritti umani, libertà d’informazione e guerra ai colletti bianchi, un’impronta sinistroide e anti-imperialista marchia la carriera del gruppo. La potenza delle liriche è supportata dai riff ledzeppeliniani e dai suoni astrusi di Tom Morello e dal groove incessante e magmatico di Brad Wilk e Tim Commerford. La band si scioglie nel 2000 a otto anni da uno dei più clamorosi esordi della storia del rock, l’attivismo politico di De La Rocha e soci non ha prodotto alcun cambiamento ed è meglio deporre le armi. La reunion del 2009 è estemporanea e culmina con l’addio definitivo del 2011.
RAGE AGAINST THE MACHINE (1992)
De La Rocha è il punk degli MC, lancia inni alla rivoluzione che sono molotov sonore. La rabbia degli oppressi e di chi si sente schiacciato dall’arroganza dei potenti esplode in un mix micidiale di hard rock, funky e hardcore. È l’album dei grandi classici, non una nota fuori posto, non un brano molle. La produzione di Andy Wallace rende ancora più possenti questi dieci capolavori. La copertina è una delle più celebri della storia del rock, col monaco buddhista Thich Quang Duc che si da fuoco come atto di protesta estrema contro le oppressioni del governo cattolico vietnamita di Ngo Dinh Diem nel 1963.
Brano consigliato: Bullet In The Head – In breve: 5/5
EVIL EMPIRE (1996)
A quattro anni dal fulminante esordio, i RATM tornano con un album meno immediato e dai suoni più grezzi. De La Rocha e soci sfornano ancora brani efficaci come “Bulls On Parade” o “Tire Me” ma, nonostante l’impeto sia rimasto intatto, mancano i colpi da maestro e una fluidità di fondo che genera alti e bassi.
Brano consigliato: Bulls On Parade – In breve: 3,5/5
THE BATTLE OF LOS ANGELES (1999)
Irruento e ruspante, l’album è un inatteso colpo di coda. I testi alla nitroglicerina di De La Rocha accompagnano brani strepitosi come “Calm Like A Bomb”, “Born Of A Broken Man” e “Sleep Now In The Fire”. Morello torna a sfoderare suoni incredibili dalla sua chitarra, pressoché assenti in “Evil Empire”. È un album maturo e complesso che è anche l’ultimo tentativo di azione politica: la band si mobilita contro George W. Bush che però vincerà le elezioni nel 2000. Monta la disillusione, la battaglia è persa.
Brano consigliato: Born Of A Broken Man – In breve: 4,5/5
RENEGADES (2000)
Coraggiosa collezione di cover, è l’epitaffio del gruppo ormai sciolto. Alcune versioni sono sorprendenti come le potenti “Renegades Of Funk” di Afrika Bambaataa o “The Ghost Of Tom Joad” di Springsteen, ma la vera bomba è la conclusiva “Maggie’s Farm” di Bob Dylan: privata della sua anima folk, si tramuta in un terremotante mid-tempo in cui il basso di Commerford scava solchi nell’asfalto.
Brano consigliato: Maggie’s Farm – In breve: 4/5
LIVE AT THE GRAND OLYMPIC AUDITORIUM (2003)
Sul palco la rabbia dei RATM assume toni ancor più riottosi che su disco. Sarà per la folla le cui urla montano come maree, sarà perché la band ormai sfaldata scarica le ultime dosi di rancore, ma queste canzoni registrate nei due concerti tenuti a Los Angeles il 12 e il 13 settembre del 2000 sono il sugello perfetto della carriera del quartetto californiano.
Brano consigliato: Killing In The Name – In breve: 4/5