Un discone: ampio, ambizioso e spiazzante. Colorato sì, ma decadente pure. E allora qual è il colore della decadenza? Gli …A Toys Orchestra optano per il technicolor (colori pastello per la bell’artwork), appunto, per questo loro album disco-fotografico dal nome Technicolor Dreams. Un disco che sviluppa alcuni aspetti solo accennati dalla band campana nel precedente albo “Cuckoo Boohoo”, e che è ambizioso e spiazzante proprio perché la tavolozza musicale utilizzata per tinteggiarlo è varia, varissima. Il pianoforte, innanzi tutto, e davanti a tutto: vedi le tanto delicate quanto amare(ggiate) Invisibile, Letter to myself e Powder on the words costruite sulla voce miagolante di Enzo Moretto. E non poteva essere altrimenti, considerata la presenza nella stanza dei bottoni di un pianista formidabile come Dustin O’Halloran (avete presente il 1/2 dei Devics?). Ma non solo piano per l’appunto: l’uso delle sonorità folk, con chitarre acustiche, fisarmoniche, banjo e tamburi, è dotato di grande ispirazione; ed anche le aperture più tradizionalmente rock vantano di un ottimo impatto emozionale. C’è anche qualche accenno country come in Mrs. Macabrette (molto bello l’ingresso vocale di Ilaria De Angelis) dove la nostalgia è dura da mandar giù. Ma poi i Toys non si fermano e pescano anche qualche soluzione dal mare dell’elettronica (Ease off the bit) fatta di campionamenti e synth ed anche dal beat vecchia scuola (Amnesty International; Santa Barbara) per poi chiudere il disco con la coda chitarristica, elettrizzata e disperata di Panic attack #3. Una specie di lungometraggio, questo “Techincolor Dreams”, che alterna scene in b/n (magari per i flashback) a toccanti immagini luccicanti e dalla fotografia ariosa. Un “made in Italy” anomalo perché così dannatamente vicino alle produzioni anglosassoni, un discone, come dicevamo nell’attacco, che ne ha per tutti e che è coraggioso nelle aspirazioni (in questo senso, è grande il merito di Urtovox). Un disco lungo un sogno, magari da appuntare su un foglietto; anche se questo, sinceramente, non è di quei sogni che si dimenticano facilmente.
(2007, Urtovox)
01 Invisibile
02 Cornice dance
03 Mrs. Macabrette
04 Letter to myself
05 Ease off the bit
06 Powder on the words
07 Amnesy international
08 Santa Barbara
09 Bug embrace
10 Danish cookie blue box
11 Technicolor dream
12 B4 I walk away
13 Panic attack #3
A cura di Riccardo Marra