Chi siamo noi per fare gli antipatici a tutti i costi? Chi siamo noi per dire che gli AC/DC di Black Ice sono mero hobby musicale, raccolta in edicola di pezzi proprio come accade per tazzine da caffè, macchine da collezione, monete dal mondo o riproduzione fedele di dinosauri? Ne abbiamo il diritto? Risulteremmo insopportabilmente antipatici? Sicuramente sì, ma insomma è anche questo il rischio e pericolo di chi decide di recensire “mostri” del rock ‘n’ roll oggi costretti a tirare il fiato. E tutto si concentra perfettamente nel solito rituale di Angus Young di vestire un’uniforme da scolaretto anche a rischio di mostrare le gambe raggrinzite: gli AC/DC colpiscono duro, senza soluzione di continuità, con il solito (e celebre) rock bluesato, molleggiante, cadenzato, cosparso di erotismo e dannazione qua e là, con la voce di Brian Johnson sempre la più stridula e malvagia che ci sia, con Angus che scolpisce assolo da fine del mondo e la band che lo segue senza perder tempo a grattarsi in testa. Esattamente come quando erano giovani, senza cambiare di una virgola ciò che sono stati in tutta la loro carriera dagli anni ’70 fino a “Stiff Upper Lip” e ad oggi. Ma se ammirare Angus che saltella nelle sue movenze acrobatiche può far divertire, nello stesso tempo porta alla bocca dell’ascoltatore una specie di sogghigno. Qualcosa di vagamente ironico, come a dire: “guarda sto vecchietto che ancora zompetta come un ventenne”. Sindrome da Peter Pan? Può darsi, anzi senza dubbio. E allora sarebbe inutile sviscerare “Black Ice” pezzo per pezzo perché i “pezzi” sono tutti assolutamente uguali, tutti stampini di torte già cucinate, già assaggiate. Con l’aggravante che, nel frattempo, la resistenza è un po’ calata e anche il livello di attenzione. Così siamo insolenti se definiamo il ritorno degli AC/DC come inutile passatempo? Se crediamo che le quindici tracce possano trovare ragion d’essere solo come sottofondo di qualche club per spogliarelli? Se skippiamo brani come Rock ‘n’ Roll Train, Rocking All The Way oSpolin’ For A Fight perché non sopportiamo gli auto-plagi e le auto citazioni? Basta, ci fermiamo qui, adesso è troppo. Chiediamo scusa ai fan della band e ci andiamo a sciacquare la bocca con qualcosa del passato come “Highway To Hell” o “Hell Bells”. Pace fatta, viva il rock ‘n’ roll.
(2008, Columbia)
01 Rock ‘n’ Roll Train
02 Skies On Fire
03 Big Jack
04 Anything Goes
05 War Machine
06 Smash ‘n’ Grab
07 Spoilin’ For A Fight
08 Wheels
09 Decibel
10 Stormy May Day
11 She Likes Rock ‘n’ Roll
12 Money Made
13 Rock ‘n’ Roll Dream
14 Rocking All The Way
15 Black Ice
A cura di Riccardo Marra