Per descrivere gli Alabama Shakes potremmo limitarci all’analisi letterale del nome che hanno scelto per la loro incarnazione sonora, dedicato a uno degli Stati simbolo della cultura sudista americana. Con tutto il relativo background musicale e tutte le relative connessioni stilistiche che inevitabilmente finiremmo per tirar fuori. Oppure, giusto per entrare nel dettaglio senza lasciarsi ingannare dalle apparenze, potremmo parlare di Brittany Howard, vocalist della band e fulcro accentratore dell’intero progetto. Voce caldissima, sporca al punto giusto, nera quando è necessario (praticamente sempre), bianca quando serve a dare un tocco più marcatamente rock. Già così riusciremmo a snocciolare tutto ciò che c’è da sapere sulla giovane band statunitense che esordisce con questo Boys & Girls, album che pare aver stregato più di un addetto ai lavori. Non ultimo l’icona Jack White, che li ha voluti come spalla per il proprio tour. Musicalmente parlando, la proposta della band di Athens è tutt’altro che particolare. Nel senso che è derivativa fino al midollo, accompagnamento perfetto della frontwoman ma davvero poco personale e/o riadattata ai tempi. C’è motown (l’opener Hold On, ma in generale tutto l’album ne è attraversato), c’è soul in quantità da overdose (You Ain’t Alone, Heartbreaker), c’è qualche tratto caraibico (Rise To The Sun) e ci sono spunti presi un po’ da tutta la storia della musica nera, blues, r’n’b e chi più ne ha più ne metta. L’ugola della Howard, a tratti emula della Regina del Soul Aretha Franklin (vedi la già citata “Heartbreaker” o I Ain’t The Same), altre volte vicinissima per intonazioni alla Joplin (vedi la title track), la fa come detto da padrona assoluta. Inevitabilmente, dunque, tutto il resto – ovvero l’apporto della band – passa in secondo piano e la sensazione prevalente a fine ascolto è che i brani degli Alabama Shakes dal vivo possano essere davvero una bomba, ricchi di sfumature, di irregolarità, di quei difettucci che fanno il fascino e la singolarità di ogni esibizione. Proprio come i grandi artisti della tradizione sudista, musica arteriosa e figlia del momento, impossibile da rinchiudere in schemi o in un semplice disco. Revival, niente più, ma piacevolissimo.
(2012, Rough Trade / ATO)
01 Hold On
02 I Found You
03 Hang Loose
04 Rise To The Sun
05 You Ain’t Alone
06 Goin’ To The Party
07 Heartbreaker
08 Boys & Girls
09 Be Mine
10 I Ain’t The Same
11 On Your Way
A cura di Emanuele Brunetto