Disco nuovo, Momentary Masters, e vita nuova per il chitarrista degli Strokes Albert Hammond Jr., terza avventura in solitaria e la prima dopo la completa “libertà” dalla schiavitù da droga e affini. Molti riferimenti di questo nero passato, infatti, sono presenti lungo la tracklist ma rivisti non con la traiettoria dell’autocommiserazione, ma con l’energia di quando si spalanca una finestra dopo lunghi tempi di buio, con la freschezza di uno schietto ritorno.
Dieci brani di indie pop slegato dai crismi consueti, piccoli agganci radiofonici che scaricano la propria libertà d’azione in ballatine pregevoli e dal refrain accattivante, sincere identità musicali sulle quali Hammond gioca di riflesso tra striature ottantiane in Power Hungry, Losing Touch e Coming To Getcha ed epilessie elettroniche indie in Caught By My Shadow, Touché (molto Placebo) e Razors Edge, un ottimo compendio per un ascolto mai stancante, brioso e perfettamente in regola per serate estive come queste dove tirar tardi è un comandamento assoluto.
Con il titolo dell’album ripreso da una citazione di Carl Sagan dal saggio “Pale Blue Dot: A Vision Of The Human Future In Space”, il ritorno al presente – in tutti i sensi – di Hammond Jr. sulle scene musicali è un buon equilibrio sonoro, un buon caffè freddo da gustare ad ogni ora.
(2015, Vagrant)
01 Born Slippy
02 Power Hungry
03 Caught By My Shadow
04 Coming To Getcha
05 Losing Touch
06 Don’t Think Twice
07 Razors Edge
08 Touché
09 Drunched In Crumbs
10 Side Boob
IN BREVE: 3/5