No, gli Alvvays non sono l’ennesimo summer romance. Al secondo giro di boa, si può mettere finalmente nero su bianco. L’omonimo esordio su Polyvinyl del 2014 non aveva semplicemente fatto ben sperare: aveva rivelato un talento, quello di Molly Rankin, che raramente assume le vesti di una falsa pista – dopo capolavori del genere come “Party Police”.
Antisocialites, difatti, avvalora la tesi presentandosi come un album solido, ben scritto, forte di ciò che rende forte un disco pop: melodie, testi, ritornelli. Una cosa non soltanto non scontata: ma estremamente pericolosa in fase di riconferma. L’avvio dell’opera è un veloce crescendo che si apre col singolo In Undertow e termina col fantastico teenage punk di Your Type. Dopo lo stop and go della meno riuscita Not My Baby, la marcia riprende a pienissimo ritmo inanellando un potenziale successo dietro l’altro.
È coi pezzi più rapidi e brillanti che i canadesi danno il meglio di loro: Lollipop (Ode To Jim) e Saved By A Waif sono amori da un solo ascolto, mentre il finale da accendino in mano affidato alla splendida Forget About Life è forse – saggiamente – il picco più alto della montagna appena scalata.
Il quintetto di Toronto, come il dinosauro che dà il nome alla squadra di pallacanestro della città, si rivela un predatore di altissima precisione, proiettandosi al terzo LP con l’aspettativa di chi attende ormai un autentico piece of art. Citando la canzone più indimenticabile in scuderia: “Antisocialites” mantiene la promessa di farci dimenticare, anche se per poco, gli affanni della vita. Mica male, no?
(2017, Polyvinyl / Transgressive)
01 In Undertow
02 Dreams Tonite
03 Plimsoll Punks
04 Your Type
05 Not My Baby
06 Hey
07 Lollipop (Ode To Jim)
08 Already Gone
09 Saved By A Waif
10 Forget About Life
IN BREVE: 3,5/5