Può avere un disco − o meglio, il percorso che porta alla realizzazione di un disco e di riflesso il disco stesso − un ruolo salvifico nella vita e nella carriera di chi quel disco l’ha scritto e registrato? Chiedere ad Anna B Savage per sapere qualcosa di più al riguardo, visto che a lei con You & I Are Earth è successo esattamente questo. Trasferitasi in Irlanda, al cospetto di un paesaggio visivamente rigenerante rispetto a quello della natia Inghilterra, nello specifico della caotica Londra, Anna ha lavorato su Anna e conseguentemente sulla sua musica, tornando ad amarsi, imparando ad essere più indulgente con se stessa e virando come naturale evoluzione verso qualcosa di sensibilmente diverso rispetto a quanto ci aveva fatto sentire fino ad ora.
Il risultato è un lavoro decisamente più luminoso rispetto ai due predecessori (l’esordio “A Common Turn” del 2021 e “in|FLUX” del 2023), un album per il quale il posto in cui è stato concepito finisce per essere non soltanto un’informazione da inserire nei crediti, ma una vera e propria fondamentale componente della sua stesura. E infatti dici Irlanda e pensi a prati sconfinati, colline che sorridono di un verde brillante, una natura in cui l’essere umano trova il suo posto e la riconciliazione con se stesso. Pensi Irlanda e pensi alla tradizione folk, per dirla in musica. Non è quindi un caso, tutt’altro, che “You & I Are Earth” sia un disco marcatamente folk: lo è nella forma, visto che sono tutti arpeggi delicati, archi, fiati e una manciata di field recordings (veri o realizzati in studio che siano); ma lo è anche nella sostanza, dato il modo in cui Anna ha in parte smesso di parlare di se stessa per virare su considerazioni più universali, il rapporto con la Terra che si fa pieno d’amore, l’amore che diventa luce e non più disturbante ombra (come nel passato più recente di Anna).
Questa nuova Anna B Savage che folkeggia abilmente è andata a pescare spunti nei suoi ascolti giovanili, ad esempio in quel Nick Drake che aveva imparato ad ascoltare e amare in casa (vedi la meravigliosa Mo Cheol Thú), ma trae spunto anche da chi − a prescindere dalla rispondenza o meno al folk come etichetta − ha fatto di una certa sensibilità espressiva il proprio marchio di fabbrica: I Reach For You In My Sleep, ad esempio, guarda alla Joan As Police Woman più intimista, ma c’è anche un certo piglio à la ANOHNI quando le corde vibrano più che altrove, come nel caso dell’iniziale Talk To Me o della title track. Riferimenti mica di poco conto che contribuiscono alla riuscita e allo scorrimento di un album che, per mezz’ora abbondante, ti culla con flebile dolcezza.
E la dolcezza con cui ti culla “You & I Are Earth” è la dolcezza con cui Anna B Savage l’ha pensato prima e realizzato poi, è la dolcezza con cui sussurra le sue parole senza lasciare spazio alla tensione, è la calma che ti instillano la meravigliosa Lighthouse o quel tuffo nella tradizione irish che è la seguente Donegal, è la dolcezza di una ragazza che pare aver trovato il suo posto nel mondo − ovviamente non soltanto dal punto di vista geografico − e le persone giuste con cui condividerlo quel posto. È, questo, il disco che fa assumere ad Anna B Savage il ruolo di cantautrice con tutti i crismi, un ruolo che potevamo solo ipotizzare potesse appartenerle ma che adesso nessuno può più negare le appartenga.
2025 | City Slang
IN BREVE: 4/5