Cerchiamo di ricordare dov’eravamo, cos’avevamo fatto di buono a 21 anni. Non molto, probabilmente. Era già tanto stare al passo con le materie all’Università; era già tanto essersi iscritti, all’Università. Aver lasciato casa, famiglia, ragazzo/a; forse città; meglio Paese. Era già tanto così. Perciò quella di Adele Nigro, classe 1994, è molto più che un’impresa lodevole – specie in Italia, dove le band all’anagrafe somiglianti si contano senza eccessivi sforzi e la gioventù, pace all’anima sua, si protrae candidamente sino alla soglia delle 40 candeline.
Gli Any Other sono in realtà un trio, che oltre alla sopra citata A.N. – chitarra e voce – annovera tra le proprie fila Erica Lonardi alla batteria e Marco Giudici al basso. Per i puristi del genere, una formazione perfetta. Ma quale genere, in effetti? Il gruppo di casa Bello Records, al primo sussulto discografico anche lei, ci porta felicemente indietro di due decadi senza scossoni di sorta: roba che manco Marty McFly e Doc Brown. Silently. Quietly. Going Away. è un esordio all’insegna del miglior indie rock di fine secolo, dalla strada maestra dei Pavement ai perfezionismi mancati dei Built To Spill, passando dal sultanato dei Van Pelt per giungere a somiglianze ben più contemporanee, quali Peter Kernel, Parquet Courts e soci.
In poco più di mezz’ora, dieci composizioni valide per ogni “teen indie movie” che si rispetti, con o senza Michael Cera o Jesse Eisenberg protagonisti, a partire dalla splendida Something sino a giungere – non a caso – a To The Kino, Again. Ogni traccia ha un’identità forte, riconoscibile, perfettamente amalgamabile all’incedere apparentemente navigatissimo dell’album. C’è il magistrale refrain di Gladly Farewell, il riff composto di 356 Days, la frustrazione agrodolce di Teenage: tutti momenti egregi d’un prodotto che, parliamoci chiaro, nella discografia nostrana è ben raro da intravedere.
Perché in “Silently. Quietly. Going Away.” la giovinezza non ha il sapore della Rossana di stampo sorrentiniano o delle Nougatine di morettiana memoria: non è pellicola ma digitale, non un ritorno ma un ritornello. E va benissimo così. Perché sebbene Adele, Erica e Marco suonino spalle al calendario, hanno uno specchio davanti che ne rivela il chiarissimo, giovanissimo talento. Per invecchiare c’è sempre tempo; oggi ascoltatevi gli Any Other.
(2015, Bello)
01 Something
02 Blue Moon
03 Gladly Farewell
04 His Era
05 365 Days
06 Roger Roger, Commander
07 5.47 P.M.
08 Teenage
09 Sonnet #4
10 To The Kino, Again
IN BREVE: 3,5/5