Il 2018, per Adele Nigro, non è un anno che può passare sottotraccia, professionalmente parlando. L’abbiamo vista calcare numerosi palchi italiani con l’Infedele Orchestra di Colapesce per il tour di “Infedele” (2017), dove ha dimostrato di tenere il palco come una veterana nonostante la sua giovane età, districandosi tra chitarra solista, sax e seconde voci. L’abbiamo vista anche in uno dei festival più acclamati e di spicco per la musica indipendente e d’avanguardia mondiale, il Primavera Sound di Barcellona, esibendosi con il suo progetto Any Other sul palco del Night Pro Stage, deliziando addetti ai lavori e non con la sua convincente proposta musicale. E veniamo a questo secondo lavoro a firma Any Other, moniker della stessa Adele Nigro, a cui partecipa in pianta stabile il fedele amico Marco Giudici alle tastiere (Halfalib, Generic Animal) e sul quale hanno suonato anche Alessandro Cau alla batteria e Miles Cooper Seaton al basso (C+C=Maxigross).
Two, Geography segue, dopo tre anni, l’opera prima “Silently. Quietly. Going Away” da cui si diversifica già per il cambio di etichetta, dalla Bello Records alla 42 Records di Colasanti e Fiorenza. È un sophomore che come il disco precedente è il frutto di autoproduzione della stessa Adele, un approccio lo-fi che non risparmia soluzioni articolate e diverse rispetto al primo disco. La proposta di “Silently. Quietly. Going Away” era più marcatamente indie rock, con maggiore predilezione per pezzi dalla struttura tradizionale chitarra/basso/batteria, risentendo delle influenze di gruppi come Pavement, Modest Mouse, ma anche e soprattutto di Courtney Barnett, alla quale assomiglia sia vocalmente sia in termini di attitudine compositiva.
In “Two, Geography” il discorso è leggermente diverso, è evidente una crescita compositiva figlia di ascendenze musicali differenti. Un disco più intimista, dove la prospettiva sentimentale non viene tralasciata nei testi come invece era accaduto nel primo lavoro. Breastbone, che si apre con un arpeggio di chitarra che ricorda i Kansas di “Dust In The Wind”, ne è una testimonianza più riflessiva (“Have I always been this miserable or am I thanks to you?”); Walkthrough, invece, ne offre una declinazione più diretta, a tratti violenta, scandita da un cantato urlato in taluni momenti (“I asked you: fuck me as hard as you can. I wouldn’t feel anything”).
Musicalmente le differenti influenze si manifestano con armonie più jazzy, più groovose, scandite dalla presenza di tastiere e sax, o addirittura in veste soul come in Capricorn No dove a far da padrona è l’ugola argentina di Adele. Una menzione particolare la merita Stay Hydrated!, un breve brano strumentale in cui, nel substrato di distorsioni, si elevano le picchettate sugli archi che creano un armonia molto vicina agli ultimi lavori di Andrew Bird.
“Two, Geography”, in definitiva, non è soltanto la consacrazione personale di Adele Nigro e del suo progetto Any Other, ma è anche e soprattutto un disco necessario per la scena indipendente italiana perché ci dimostra che esiste un’alternativa all’it-pop, giovane e di qualità.
(2018, 42 Records)
01 A Grade
02 Walkthrough
03 Stay Hydrated!
04 Breastbone
05 Traveling Hard
06 Perkins
07 Mother Goose
08 Capricorn No
09 Geography
10 A Place
IN BREVE: 4/5