Domanda: come si può riuscire a stare nella stessa band di Thom Yorke senza rimanerne atrocemente offuscati? Risposta: l’unico modo è NON stare nella stessa band di Thom Yorke. A meno che non ti chiami Johnny Greenwood. E’ impresa donchisciottesca, anche per artisti di sicuro e riconosciuto valore come Flea, Nigel Godrich, Joey Waronker e Mauro Refosco, ovvero gli altri quattro titolari del progetto Atoms For Peace insieme al rosso di Oxford. Dato per assodato questo assunto, nell’analizzare Amok, primo lavoro del “supergruppo” voluto dal leader dei Radiohead, tutto sta nelle aspettative: credere anche per un solo momento che la proposta degli Atoms For Peace si sarebbe discostata dalle sonorità tipiche dello Yorke del nuovo millennio era pura follia.
E infatti non c’avevamo creduto neanche per un secondo, corroborati in ciò dai primi brani rilasciati, ovvero Default e Judge Jury And Executioner: straniamento metropolitano, alienazioni sintetiche, beat pneumatici e diavolerie varie ed eventuali. In poche parole un bel pezzo di ciò che hanno messo in piedi i Radiohead dal 2000 in poi, nonché l’ovvio proseguimento di quanto fatto da Yorke in “The Eraser”, il suo esordio da solista.
Non è un caso che le basi della line-up degli Atoms For Peace furono gettate proprio all’indomani di quella pubblicazione, nel momento in cui a Yorke servì una band per portare in giro l’album. Nessuna sorpresa, quindi. L’aspetto che salta subito all’orecchio e che in qualche modo differenzia questi nuovi brani da quanto finora fatto da Yorke è strettamente legato alle stesse figure in gioco: un bassista (Flea), un batterista (Waronker), un percussionista (Refosco). Ergo, ritmica a go go. A partire dall’iniziale Before Your Very Eyes… col bassista dei Red Hot Chili Peppers in primo piano, proseguendo poi per il groove di Ingenue e Dropped, storie di un amore decisamente meno rassegnato rispetto al songwriting standard di Yorke.
E, ancora, il basso ossessivo di Stuck Together Pieces, l’angosciante – e per questo particolarmente radioheadiana – Useless, l’eleganza ballabile di Reverse Running e il mucchio di filtri e strati d’elettronica della conclusiva title track. A condire il tutto, la produzione di Godrich, uno che in tanti anni coi Radiohead ha dimostrato di saper andare ben oltre il compitino, ficcandoci dentro qualche intuizione di non poco conto. Di supergruppi nati per racimolare dollari e poi repentinamente implosi ne abbiamo visti una caterva: gli Atoms For Peace non sembrano appartenere a questa categoria, nonostante l’assoluto predominio della personalità di Thom Yorke gli dia tanto le sembianze della one man band. O, forse, proprio per questo.
(2013, XL)
01 Before Your Very Eyes…
02 Default
03 Ingenue
04 Dropped
05 Unless
06 Stuck Together Pieces
07 Judge Jury And Executioner
08 Reverse Running
09 Amok