Se mi venisse chiesto di identificare un personaggio che per carisma, musica, poetica incarni la definizione di Artista a tutto tondo del panorama heavy, probabilmente non avrei difficoltà a indicare Arjen Lucassen. Il compositore olandese, polistrumentista come pochi se ne conoscono, vanta nella sua carriera una serie infinita di collaborazioni, espresse al massimo livello nel suo progetto Ayreon, prog heavy/rock act che da più di 20 anni e con una certa regolarità rilascia perle di qualità assoluta.
Giunto all’ottava fatica della sua personalissima avventura, Lucassen come suo solito chiama a raccolta alcune tra le migliori voci del mondo hard’n’heavy per interpretare gli svariati personaggi che raccontano il complesso concept di questo The Source, legato a quasi tutte le altre uscite dal main theme narrativo che questa volta tratta gli albori della Ayreon-saga. È un lavoro Ayreon al 100% sin dalle prime note: gli arrangiamenti di Lucassen si riconoscono in ogni pezzo e l’orchestrazione, con la commistione intensiva di fiati, archi, tastiere, synth, cori, forma il sound melodico, operistico e pomposo che è base del progetto; prediligendo però in “The Source” un songwriting più veloce e diretto, di impostazione generalmente power prog, rispetto al passato.
Descrivere i brani uno ad uno è quasi riduttivo per un concept del genere, viene infatti rispettata la tradizione Ayreon di sfruttare appieno la base canora a disposizione. In un’opera in cui coesistono voci pazzesche ma personali come quelle di James LaBrie (Dream Theater), Tommy Karevik (Kamelot), Michael Eriksen (Circus Maximus), Tobias Sammet (Edguy), Hansi Kursch (Blind Guardian), Russel Allen (Symphony X), Simone Simons (Epica) e Floor Jansen (Nightwish), senza averli citati tutti, la composizione in funzione della necessaria valorizzazione dei singoli talenti è di per sé un compito folle e quasi impensabile, se la resa finale è questo livello non si può far altro che godersi il tutto in religioso silenzio.
È così che un pezzo veloce come Run! Apocalypse! Run! viene tenuto in piedi da uno speed singer come Kursch mentre una rockeggiante Into The Ocean (pura citazione dei Rainbow di R .J. Dio) è affidata alle più classiche ugole di Allen e Eriksen (quest’ultimo tecnicamente fenomenale). Ma se di base qualitativa incredibile si parla, allora perché non offrire qualcosa di inaspettato lasciando a un James LaBrie i panni del narratore, per una prestazione di pura interpretazione come nell’opener The Day That The World Breaks Down o in Star Of Sirrah, piuttosto che proporre un Tommy Rogers (Between The Buried And Me) estremamente a proprio agio su linee vocali unicamente in clean in quella che è forse la più rimarcabile prestazione della sua carriera (Acquatic Race, Bay Of Dreams). Menzione particolare per Mike Mills dei Toehider, che su un brano come Everybody Dies lascia completamente di stucco per la propria estensione vocale, difficile trovare in abito rock qualcuno di paragonabile.
Ma se solamente di prestazione canora si trattasse, probabilmente non sarebbe il caso di definire questo disco per quello realmente è, uno dei migliori lavori heavy del 2017. Dalla prima all’ultima nota è chiaramente percepibile il l’impegno corale di un progetto, magistralmente guidato dal suo leader indiscusso, che nuovamente regala una perla di metallo contemporaneo. Il susseguirsi dei brani, da sferzate power dal ritmo sostenuto a composizioni più intime e ricercate passando per i vari riferimenti al prog ’70 e all’heavy più ottantiano, compongono il collage di influenze che Lucassen modella a suo piacimento, sviluppando un complesso di suoni e sensazioni che è difficile lasci indifferente chiunque apprezzi queste sonorità.
(2017, Mascot Label Group)
Disc 1
01 The Day That The World Breaks Down
02 Sea Of Machines
03 Everybody Dies
04 Star Of Sirrah
05 All That Was
06 Run! Apocalypse! Run!
07 Condemned To Live
Disc 2
01 Aquatic Race
02 The Dream Dissolves
03 Deathcry Of A Race
04 Into The Ocean
05 Bay Of Dreams
06 Planet Y Is Alive!
07 The Source Will Flow
08 Journey To Forever
09 The Human Compulsion
10 March Of The Machines
IN BREVE: 4,5/5