Trilogia Chimica, atto terzo: Dissoluzione. Zero, ovvero la famosa nevicata del 1985 (un titolo dalla vaga reminiscenza kubrickiana), viene dato alla luce in concomitanza con quella che, a detta di numerosi esperti del settore, è stata la pietra miliare di fine secolo: “The Fragile” dei Nine Inch Nails. Non è difficile viaggiare con la fantasia ed immaginarsi ciò che sarebbe accaduto se i due album di cui sopra, non fossero stati pubblicati a distanza così ravvicinata l’uno dall’altro: si sarebbe parlato, con il prepotente fracasso tipico delle questioni inquisitorie, di presunto plagio o ancora peggio, di poco lusinghiero spirito emulativo. Fortuna vuole che la storia, a volte, sia anche intelligente. Ecco, quindi, al vaglio del commentatore due opere distinte le cui affinità – indirette e, pertanto, non ricercate – non si esauriscono alla mera sfera musicale ma fanno sì che l’analisi si estenda all’intero modus operandi lirico-sperimentale dei rispettivi autori, Reznor da una parte, Castoldi dall’altra. Il prologo di Zero è una sorte di scatola nera, un messaggio autoregistrato che guida o che per lo meno dovrebbe, verso ciò “che è già stato”. Ritorna prepotentemente il riferimento al regista de “2001: Odissea Nello Spazio”: l’a-temporalità della storia, del “play”, della riproduzione meccanica. I titoli delle composizioni si mescolano fra loro, evidenziando curiose connessioni: Versozero/Il punto di non arrivo,Zero/Numero, Sono=sono/Autofraintendimento, Sovrappensiero/Niente x scontato, La crisi/Lo psicopatico, La comprensione/Finchè saprai spiegarti. Il tempo reale di “Zero” ha inizio proprio a partire dall’ultimo brano, Punto di non arrivo. Il viaggio è stato turbolento. L’annullamento, lo zero, ha cancellato qualsiasi ricordo, la memoria rigida, ed è dallo zero che occorre ripartire, ma che cos’è lo zero? Probabilmente (o forse solo semplicemente) un numero scoordinato da qualsiasi logica matematica/logaritmica, un quid indivisibile che non può essere sottratto né sommato ma che se moltiplicato annulla. A trilogia moltiplicata per zero, corrisponde zero. E se l’esistenza fosse in sé un numero? Il passato non è chiaro. La ricostruzione della membrana ricognitiva è complicata dal danneggiamento interiore/esteriore. Bisogna partire dalle certezze (sicure) e su di esse costruire un “io” stabile. Fidarsi di se stessi senza cadere nell’auto fraintendimento: ma qual è stato il principio? Perché qualsiasi ricordo è stato affossato, eclissato, dimenticato? Che la mente e l’intelligenza abbiano davvero un meccanismo cinematografico? Se la risposta è sì, è necessario disinnescarlo, nell’immediato.
(1999, Columbia)
01 Versozero
02 Zero
03 La crisi
04 Sono=sono
05 La comprensione
06 Finche saprai spiegarti
07 Sovrappensiero
08 Forse
09 Autofraintendimento
10 Lo psicopatico
11 Always crashing in the same car
12 Saxs interludi
13 Porno muzik
14 Niente x scontato
15 Numero
16 Il punto di non arrivo
A cura di Vittorio Bertone