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Bondo – Harmonica

Parte Enter Sand e ci ritroviamo immediatamente immersi in un meraviglioso déjà vu, uno di quelli da cui non vorresti mai uscire. Forse siamo a inizio anni ’90, molto probabilmente è una outtake degli Slint quella che stiamo ascoltando, di certo lo è, non può essere altrimenti, un pezzo che chissà perché ci era sfuggito, proveniente di sicuro dalle session di “Spiderland”, il loro fondamentale capolavoro fuori dal tempo. E invece è il 2024, a suonare sono i Bondo e quello che è appena iniziato è Harmonica, il loro secondo lavoro in studio. Una carta d’identità bella e buona quella che la formazione americana ci presenta con la traccia d’apertura del disco, una parentela strettissima la cui evidenza si protrarrà poi per gli interi oltre trenta minuti del disco.

Insomma, ci siamo capiti sul dove questo album va a parare e sul come lo fa: post rock primordiale, slowcore d’annata di quello dannatamente vivo e analogico, riverberi di una tristezza da passaggio all’età adulta, fiori che appassiscono lasciando cadere a terra i loro petali smorti. Un immaginario che i Bondo avevano già saputo elaborare in “Print Selections”, il loro esordio dato alle stampe lo scorso anno, e che adesso perfezionano ulteriormente, travolgendoci con una malinconia che solo a sparuti tratti si fa reazione. Ci sono cenni matematici che portano alla mente certi Polvo come in Headcleaner, c’è quel piccolo bignami di Sonic Youth che è BG, ci sono i Karate e la loro Boston che fanno capolino nella title track, c’è persino un tocco più hardcoreggiante à la Rodan in DJ Lessons.

Fino alla chiusura con Trouble Double, dove ritorna prepotentemente lo spettro dei quattro da Louisville, in una circolarità che è l’essenza stessa del modo di fare questa musica e approcciarsi ad essa, il tutto senza mai ridursi a scimmiottare i maestri. In buona sostanza i Bondo con “Harmonica” hanno nuovamente preso in mano la loro vanga sonora per mettersi a scavare nei cumuli di terra e polvere in cui sono sotterrate le cantine del prestigioso indipendente americano, lì dove ci sono solo pavimenti appiccicaticci, scale di legno traballanti e neon intermittenti che quasi si staccano dai soffitti tanto sono malconci. Bellezza, per usare una sola parola, disarmante bellezza. E tutto questo ci piace moltissimo.

2024 | Day End

IN BREVE: 3,5/5