Cinque brani, aperti dalla intro The Sweet Sea che ha i suoni e i colori del primo albeggio, dove alle appena pronunciate vibrazioni di chitarre, fiati e tastiere si mescolano il soffio del vento, lo scroscio delle onde e il garrito dei gabbiani. Il secondo brano del disco, Remember Me Young, è un altro pezzo strumentale che nel suo incedere assume le sembianze di un ponte fatto di riverberi sonori, di cori scintillanti e accelerate di chitarra oniriche, sotto cui si viene traghettati avvolti in un afflato melanconico.
Boyfriends e 1972 sono i brani che dimostrano maggiore continuità con il passato: una cavalcata dreamy il primo, una dolce ballata il secondo, entrambi dalla forte attitudine innodica. Se Boyfriends è l’autocritica di un uomo rispetto alla sua incapacità di stare in una relazione sentimentale, 1972, invece, cantata da Ariel Engle, ha un testo nostalgico con una sensibilità diversa, più femminile e dal taglio, a tratti, aforistico.
Il pezzo conclusivo, All I Want, è quello che più si proietta nel futuro. Qui, a classiche atmosfere sospese si affiancano synth gigioni che creano una scia di suoni fuzzy e groovosi. Un’evoluzione convincente, non snaturante, che strizza l’occhio a sonorità più elettroniche, a momenti glitch, fornendoci le coordinate di quello che i Broken Social Scene potranno essere, se lo vorranno, parafrasandone il titolo.
(2019, Arts & Crafts)
01 The Sweet Sea
02 Remember Me Young
03 Boyfriends
04 1972
05 All I Want
IN BREVE: 3,5/5