Non sono trascorsi nemmeno due mesi che Kevin Drew e soci annunciano un nuovo brano, Can’t Find My Heart, non apparso tra i brani dell’EP uscito a Febbraio. Questo pezzo si fa latore di un continuum discografico che chiude il cerchio tematico tracciato con il Vol. 1. Let’s Try The After (Vol. 2), pubblicato in occasione del Record Store Day 2019 anche in formato vinile insieme al predecessore, ci permette di fare un’ulteriore ricognizione sullo stato dell’arte del collettivo canadese.
Comparando i due EP, di primo acchito il numero dei brani, la durata dell’intero lavoro e il brano strumentale d’apertura sembrano rappresentare un identico archetipo, quasi a manifestare un trait d’union che giustificherebbe anche il titolo. L’iniziale Memory Lover ha in comune con la speculare “The Sweet Sea”, del primo EP, il substrato sonoro che attinge dalla natura e il suo essere un pezzo interamente strumentale, con la differenza che qui è più evidente una maggiore concretezza di suoni rispetto alla rarefazione della intro del Vol. 1.
Can’t Find My Heart è il brano che più si rifà al repertorio dei canadesi. Contraddistinto da una progressione ritmica che fa da collante alle sinergie generate dall’incontro dei riverberi delle chitarre con la voce di Drew e i fiati, si dipana, poi, in un ritornello dalla marcata attitudine melodica che non fatica ad entrare nelle grazie dell’ascoltatore. In Big Couches toni nostalgici si mescolano a vocalità leggermente artefatte che non snaturano l’inclinazione dreamy del pezzo.
La titletrack, Let’s Try The After, si trascina sulle note dimesse di un piano elettrico che genera traiettorie sonore tenui, faticando, però, ad andare al di là della propria comfort zone. La conclusiva Wrong Line si innesta su questa scia non riuscendo a smarcarsi in maniera convincente dagli stilemi sonori a cui ci hanno abituati i Broken Social Scene, fatti di continue riverberate oniriche di chitarra e di scintillanti puntellature dei fiati.
Tirando le somme, in questo Vol. 2 si scorge un leggero passo indietro rispetto ai tentativi di sperimentazione ravvisati nel primo EP. Del resto, sebbene somiglianti nella struttura, i due lavori appaiono slegati, non riconducibili a un unico concept sonoro. Resta, però, una coerenza qualitativa di fondo con cui i Broken Social Scene ci mostrano quello che sono stati, quello che sono e quello che proveranno a essere in un futuro prossimo.
(2019, Arts & Crafts)
01 Memory Lover
02 Can’t Find My Heart
03 Big Couches
04 Let’s Try The After
05 Wrong Line
IN BREVE: 2,5/5