Le sembianze del supergruppo e le pochissime date a supporto, avevano fatto credere che “A Resting Place For Strangers” avrebbe potuto lasciare i Buñuel fermi per sempre al 2016, con ciascuno dei protagonisti tornato a occuparsi dei rispettivi affari. Invece Pierpaolo Capovilla, Franz Valente, Xabier Iriondo ed Eugene S. Robinson hanno trovato tempo e voglia di rientrare in studio per incidere ancora qualcosa.
Il risultato è questo The Easy Way Out, lavoro che riprende le fila del discorso interrotto due anni fa ma non solo, perché oltre a rimettersi attorno a un tavolo per scrivere il disco, i quattro hanno anche apportato i dovuti accorgimenti per far sì che la loro formula non stufasse. La mossa è stata quella di invertire le quote di velocità e rallentamenti rispetto all’esordio: se in “A Resting Place For Strangers”, infatti, erano la sezione ritmica supersonica del duo Capovilla/Valente e le sferragliate di Iriondo ad avere il sopravvento, qui invece queste vengono sedate a dovere, rallentando allo sfinimento il noise/post hardcore della casa.
Gli oltre cinque minuti tendenti al doom dell’opener Boys To Men, così, sono solo il marcissimo antipasto di un album che per quasi quaranta minuti porta sulle spalle il macigno di un’oscurità pesantissima, che passa dall’incedere industriale di The Hammer The Coffin, dal pasticcio matematico di A Sorrowful Night e dal blues infernale di Augur, che tingono “The Easy Way Out” di un inquietante nero pece.
Nel mezzo, Eugene S. Robinson costruisce il consueto palazzo di invettive a volte nonsense ma sempre espressive come poche altre, mostrandosi ancor più addentro al progetto di quanto non lo fosse sull’esordio (cui, ricordiamo, aveva preso parte a distanza). Ma Robinson non è solo: alla voce di Dial Tone (uno dei pochi passaggi veloci insieme a Happy Hour) c’è Capovilla che nel debutto cantava in “Me + I”, mentre in The Roll e nella brevissima Shot c’è il featuring riot di Kasia Meow, moglie di Robinson che compariva anche in “A Resting Place For Strangers” nello stesso brano affidato a Capovilla.
Sconfessata fortunatamente la possibilità che i Buñuel potessero essere una realtà one shot, i quattro hanno messo in piedi un altro ottimo lavoro che guarda al passato e alle influenze dei musicisti interessati senza per questo suonare stantio. L’alternanza tra i vecchi e i nuovi brani, con ciò che ne conseguirà in quanto a variazioni di registro, potrà diventare una vera e propria mina in sede live, non perdeteli.
(2018, La Tempesta International / Goodfellas)
01 Boys To Men
02 The Hammer The Coffin
03 Dial Tone
04 A Sorrowful Night
05 The Sanction
06 Happy Hour
07 The Roll
08 Augur
09 Shot
10 Where You Lay
11 Hooker
IN BREVE: 4/5