Riporre aspettative in un nuovo album dei Bush, nel 2014, a ben venti anni di distanza dall’esordio, sarebbe stato presuntuoso o semplicemente stupido. Perché Gavin Rossdale e gli altri hanno smesso di avere qualcosa da dire ben prima dell’arrivo del nuovo millennio, rinchiusi in uno schema da eterni wannabe che non gli ha fatto per nulla bene. Mai veramente grunge, mai veramente alternative rock, mai ritenuti all’altezza dei pari cloni d’oltreoceano.
Insomma, il momento in cui potevano entrare a far parte della sacra scuola del grunge è passato da un pezzo e non sarà di certo questo Man On The Run a cambiare le sorti di una carriera segnata già da tempo, perlomeno in quanto ad obiettivi raggiungibili.
La sostanza, però, è che il sesto lavoro sulla lunga distanza dei Bush è tutt’altro che scadente. I problemi di sempre restano: la banalità di certe soluzioni melodiche (Broken Paradise), l’incedere da ballad punk rock della West Coast di un paio di pezzi (The Only Way Out o Surrender) o il malriuscito citazionismo grunge (se nel finale di Just Like My Other Sins sentite qualcosa della “Rusty Cage” dei Soundgarden non siete pazzi).
Ma c’è anche del buono: in primis la produzione, affidata a Nick Raskulinecz (già all’opera con i Deftones, e non è un caso che fra tanti citiamo proprio loro), che in brani come il singolo Loneliness Is A Killer fa la differenza rendendo più graffiante un sound troppo spesso glitterato. L’album suona bene anche nei suoi episodi meno convincenti, il che giova enormemente nella rivalutazione complessiva di un disco che anche per questo si fa ascoltare senza picchi elevati di noia. Infine il songwriting di Rossdale, che si smarca dai consueti stereotipi per divenire più maturo e interessante.
Dimenticandosi per un attimo di ciò che è stato, di ciò che la band avrebbe voluto essere e di ciò cui magari puntano ancora, bisogna ammettere che “Man On The Run” ha il merito di mantenere in vita (e giustificare live a detta di molti ancora tiratissimi) un progetto che altrimenti non avrebbe oggi alcun motivo di proseguire il suo percorso.
(2014, Zuma Rock)
01 Just Like My Other Sins
02 Man On The Run
03 The Only Way Out
04 The Gift
05 This House Is On Fire
06 Loneliness Is A Killer
07 Bodies In Motion
08 Broken In Paradise
09 Surrender
10 Dangerous Love
11 Eye Of The Storm
IN BREVE: 2,5/5