Chi ne segue la parabola evolutiva capirà benissimo come mai i Candiria si siano definitivamente lasciati alle spalle gli isterismi grind-jazz dei primi (capo)lavori per seguire una strada meno tortuosa e dagli alterni risultati. Un passaggio fondamentale in tal senso è stato “What Doesn’t Kill You” di tre anni fa, lavoro buono ma non del tutto eccezionale che segnava un allontanamento sostanziale dalle furibonde scorribande di “300% Density” e “The Process Of Self-Development”, le loro prove migliori della prima ora. Sopravvissuti ad un pericolosissimo incidente stradale nel settembre del 2002 che, a quanto pare, ha segnato anche il loro gergo musicale, la nuova virata conduce i nostri in territori più prossimi a certo alternative metal contemporaneo, che rivisita alcuni stilemi di band oramai imprescindibili come i Tool (palesi in Icarus Syndrome, brano tra i migliori del lotto con soluzioni prog-oriented) e gli Isis (presenti in diversi passaggi sparsi qua e la che rimarcano un nuovo ascendente psichedelico). Molte sono le linee vocali pulite che tratteggiano melodie fruibili anche ad orecchie non del tutto avvezze a sonorità muscolari, nonostante un evidente snellimento delle forme i Candiria paiono reinventarsi bene nei contenuti (almeno nella prima parte), non lesinando partiture più complesse amalgamate con criterio alle attuali distensioni. Si sente a primo acchito la vicinanza temporale di concepimento col precedente lavoro, tant’è che Kiss The Lie è stato registrato nel 2006 e viene rilasciato esclusivamente su iTunes ed eMusic soltanto adesso. Molti frangenti quindi mantengono contiguità con le recenti composizioni, si vedano episodi ben riusciti come Sirens e Legion, praticamente ricavate dallo stesso processo di songwriting di “What Doesn’t Kill You”. Le più palesi flessioni del disco si incontrano in quei brani che assumono i connotati della ballata, Genuine e Ascend. Non a caso si trovano nella seconda parte della tracklist, quella in cui la band accusa maggiormente una certa penuria di idee atte ad ampliare la formula, in questo punto alquanto statica e priva di guizzi di un certo spessore. Viene così minata la buona qualità di una prima parte non eccezionale ma sicuramente dignitosa, costruita su un art-rock di matrice alternativa che in più punti dimostra sprazzi di vitalità artistica. A causa però di un finale di opera che lascia un po’ d’amaro in bocca (ma di questi tempi è un fattore assai comune), il ritorno dei Candiria in nuove vesti getta qualche perplessità sul futuro del progetto.
(2008, Rising Pulse Records)
01 Icarus Syndrome
02 Sirens
03 Reflection 11
04 The Sleeper
05 Legion
06 Alicia
07 A Rose Dies In Eden
08 Genuine
09 Sprinter
10 Ascend
11 Colby
12 That Which Consumes
A cura di Marco Giarratana