Canta di amore, illusioni, sogni e tenui giochi di vita Charlie Hilton nel suo esordio solista Palana, dopo aver dato la voce a due album con la band dei Blouse. Canta, gioisce e si rattrista in un saliscendi sonoro che mette in comunicazione un pop vagamente psichedelico con una lievissima indietronica minimale, un disco “in punta di piedi” che allieta e fa piacere senza peso all’ascoltatore.
“Palana” in sanscrito è l’equivalente di protezione, e questa artista di Portland quasi si immedesima nel logos con un cantato soffice e tranquillizzante, un unguento sonoro che lambisce il cuore e lo acquieta durante lo sciogliersi della tracklist. A mezz’aria tra i ’70 e gli ’80, il lavoro segue il leitmotiv di ballate scorrevoli e la dolcezza lessicale, quasi senza sforzo, un naturale esprimersi poeticamente, un listening che coinvolge ricordi e riflessioni da percorrere ad occhi chiusi.
Palana, Pony, Long Goodbye, WHY, piccoli pezzi di vetro in Snow e nuvole stratificate in The Young, mentre nella ballata andante di 100 Million interviene l’artista canadese Mac DeMarco. Prodotto da Jacob Portrait (Unknown Mortal Orchestra), “Palana” è un infinitesimale toccasana per concedersi un tot di minuti di solitudine personale, un buon rimedio per scrutarsi dentro.
(2016, Captured Traks)
01 Palana
02 Something For Us All
03 Pony
04 Long Goodbye
05 Funny Anyway
06 WHY
07 Let’s Go To A Party
08 Snow
09 The Young
10 No One Will
11 100 Million
12 When I’m Gone (bonus track)
IN BREVE: 3/5