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Cheatahs – Mythologies

mythologiesUn anno e mezzo fa i Cheatahs pubblicavano un omonimo debutto ben suonato, sì, ma eccessivamente succube delle loro influenze e della loro formazione, tanto da non fare trapelare quasi per nulla il carattere dei quattro. La cosa non dev’essergli sfuggita, se è vero che nei due EP usciti quest’anno, “Sunne” e  soprattutto “Murasaki”, hanno provato a inserire nuovi elementi (vedi alla voce synth) che potessero offrire alternative valide a una proposta altrimenti stantia.

Mythologies, così, continua il percorso degli EP macchiando la sempre presente verve noise e shoegaze dei Cheatahs con colori sintetici che ne ampliano lo spettro cromatico. I feedback e le sferzate chitarristiche restano la base su cui poggiano brani come Colorado o Seven Sisters, pegno a Dinosaur Jr. e My Bloody Valentine proprio come nel disco precedente, ma c’è dell’altro e quest’altro fa bene all’album.

Ad esempio c’è il piglio accattivante di Signs To Lorelei ed Hey, Sen che alleggerisce come mai prima il sound della band, oppure il synth trasognato di Deli Rome e quello psichedelico di Supra, che percorre l’intera traccia fino a perdersi nella lunga coda finale, ma anche le tastiere eighties di Mysteci. Un campionario anch’esso derivativo ma che la band incastra bene all’interno dei brani.

In conclusione, il passo avanti compiuto dai Cheatahs è innegabile e in molti passaggi anche convincente, ma è davvero solo un passo: sarebbe necessaria ben altra attenzione, ben altra voglia di rischiare, per far emergere con successo la band dalla nube tossica del revivalismo in cui si sono cacciati insieme a tanti altri.

(2015, Wichita)

01 Red Lakes (Sternstunden)
02 Channel View
03 In Flux
04 Freak Waves
05 Signs To Lorelei
06 Hey, Sen
07 Deli Rome
08 Colorado
09 Supra
10 Seven Sisters
11 紫 (Murasaki)
12 Mysteci
13 Reverie Bravo

IN BREVE: 3/5