È difficile riuscire a capire quale sia la vera personalità di Donald Glover aka Childish Gambino, nato artisticamente come attore, sceneggiatore e autore di famose serie tv come “Community” e “30 Rock”. Le sue capacità in questo ambito non sono mai state messe in discussione, tanto da aver goduto di ambiti premi, ultimo tra i quali il Golden Globe come miglior commedia e miglior attore per “Atlanta”.
Glover ha sempre coltivato parallelamente anche la sua passione per la musica e quello che nei mixtape poteva sembrare un semplice hobby si è concretizzato e ha preso maggiormente forma in “Camp” e “Because The Internet”, in cui il suo talento si è messo in evidenza.
Il suo terzo lavoro Awaken, My Love! inizia con il gospel di Me And Your Mama, il brano che Gambino aveva svelato, ancora in fase di lavorazione, durante un paio di festival e che è stato ufficialmente rilasciato per anticipare l’album. In tutto l’album è forte l’ispirazione a famosi gruppi funk degli anni ’70 e ’80, ad esempio i Funkadelic che ricorrono in Have Some Love, ispirata alla loro “Can You Get To That” anche per il tema centrato sull’amore reciproco (“Have a word for your brother / Have some time for one another / Really love one another / It’s so hard to find… We have got to bring this thing together, we gotta stay together”).
Boogieman è tra i pezzi emblema del disco, un funky senza tempo tratto dalla famosa storia di paura per bambini “L’uomo nero”: Glover rompe le barriere dei preconcetti e degli stereotipi sulla cultura afroamericana, chiedendosi perché per un uomo afroamericano non valga mai la presunzione di non colpevolezza, l’innocenza fino a prova contraria (“With a gun in your hand, I’m the boogieman“). Boogieman non è più la figura misteriosa e spaventosa delle favole, ma è una fusione tra Bogeyman e Boogie, la danza nata nei sobborghi afroamericani e diventata poi di moda anche negli ambienti più WASP.
È in Redbone che vengono esaltate maggiormente le doti canore del rapper e, sebbene anche qui siano stati utilizzati sintetizzatori, è innegabile la potenza del falsetto à la Prince. Riot tutto sembra tranne che una canzone rivoltosa, ma allo stesso modo improntata su un desiderio di cambiamento, un messaggio di speranza, sulla possibilità di contribuire tutti insieme al miglioramento della vita di ciascuno.
Donald Glover è l’eccezione che conferma la regola, fare tutto non vuol dire essere mediocri, ma si può eccellere in ogni ambito. Già coi due precedenti lavori aveva riscosso un notevole successo in termini di copie vendute, ma non aveva trovato lo stesso calore dalla critica, critica adesso lo esalta, quasi a dire che solo ora ha trovato il posto più adatto a sé nella musica. È anche vero che i precedenti album non possono essere paragonati a quest’ultimo (più al mixtape “Kauai” per la quantità ridotta di rap), ma data la poliedricità del soggetto è addirittura difficile pensare che sia stata la stessa persona a realizzare questi lavori.
Con “Awaken, My Love!” Gambino riesce ad aumentare ulteriormente il proprio raggio d’azione al di fuori della propria affezionata fanbase, facendosi conoscere anche da chi non mastica abitualmente rap/r’n’b. Ciò che rende la produzione di alto livello qualitativo è l’universo musicale e temporale di riferimento, che riesce a coprire dal rock al funk anni ‘70 passando per il soul, nonché la perizia nel fare un uso cosciente di autotune e synth che risultano persino piacevoli.
(2016, Glassnote)
01 Me And Your Mama
02 Have Some Love
03 Boogieman
04 Zombies
05 Riot
06 Redbone
07 California
08 Terrified
09 Baby Boy
10 The Night Me And Your Mama Met
11 Stand Tall
IN BREVE: 4/5