Questo disco di Chris Brokaw è come una ventata d’aria fresca, ha la stessa naturalezza e lo stesso contenuto forte sul piano emotivo dei suoi album solisti e che si porta dietro come caratteristica con quello stile tipicamente Codeine degli esordi, pur passando attraverso differenti fasi e differenti progetti. A parte il sodalizio e l’attività di sponsoring del progetto Glitterbeat, che pilota dal cuore della vecchia Europa guardando al resto del mondo.
Tutte queste cose, sebbene non sia (ingiustamente) un nome molto popolare, ne fanno invero uno dei musicisti più interessanti in circolazione, anche se le sue pubblicazioni principali negli ultimi anni sono state poi effettivamente quelle con i Dirtmusic in compagnia di Hugo Race, ma la sua attività (quella già citata di promoter della Glitterbeat, una delle realtà più interessanti sul piano discografico degli ultimi anni) come musicista e scrittore di canzoni ci appare inesauribile.
End Of The Night, pubblicato per la Vin Du Select Qualitite, non è un’opera fondamentale, è il racconto di una notte come in un film di John Landis oppure Martin Scorsese, ma più semplice: è un attimo, la fine di una notte di ascolti e poi il silenzio e l’ispirazione, che si è tradotta in una serie di canzoni per chitarra scritte e registrato dal solo Chris che di volta in volta usa arpeggi oppure attacchi di distorsione tipici dei momenti più epici dei Codeine, effettistica drone.
In bilico tra jazz, alternative, slowcore, momenti che rimandano a un suono della chitarra in stile “spagnoleggiante”, primitivismo, un uso molto particolare dei bassi, accenni di Ry Cooder, nel disco Brokaw si avvale di collaborazioni come quella principale di Greg Kelley (è infatti quello il cui contributo più si fa sentire tra tutti), trombettista che si ispira a Chet Baker, un pallino del nostro eroe, il batterista Luther Gray, la violinista Lori Goldston già collaboratrice di Thurston Moore (Sonic Youth) e viola e violoncello di David Michael Curry e Jonah Sacks. Ancora: Timo Shanko al basso.
Ma il contributo di ciascuno dei musicisti è variabile a seconda del pezzo e non mancano dei momenti (vedi Blue Out) dove Brokaw sale da solo su questo palco ideale nella sale di registrazione. È in ogni caso poi la sua chitarra, sempre, a essere al centro delle composizioni e forse potrebbe pure bastare di per sé per dare senso a un disco che non resterà evidentemente negli annali, ma che regala momenti di una buona intensità che fa felici ascoltare.
(2019, Vin Du Select Qualitite)
01 Swimming, Tuesday
02 Trade Winds
03 Bragging Rights
04 Her Breathing
05 Our Fathers
06 Step Outside
07 A Dip
08 Blue Out
09 His Walking
10 End Of The Night
IN BREVE: 3/5