Parliamoci chiaro: legarsi in modo troppo stretto, specie a inizio carriera, a un personaggio mastodontico ha certamente tanti pro, su tutti il poter usufruire di un bacino d’utenza altrimenti inarrivabile; al contempo, però, ha anche moltissimi contro, in primis il rischio di rimanere per sempre associati al suo nome o, peggio, finirne inesorabilmente schiacciati.
Chrysta Bell il suo mentore se l’è scelto colossale, più che mastodontico: David Lynch. Ecco, a partecipare alle sue scorribande nel mondo della musica, a cercare di divenirne nuova musa recitando nell’attesissima terza stagione di Twin Peaks, i rischi di cui sopra la Bell se li è presi tutti, immaginiamo consapevolmente. Dopo il disco congiunto “This Train” del 2011 e l’EP “Somewhere In The Nowhere” dello scorso anno, Chrysta adesso tenta di mettersi in proprio con questo We Dissolve.
Per l’occasione si è affidata a John Parish alla produzione, provando ad assorbirne l’esperienza per mettere in atto un cambiamento nelle sonorità della propria proposta: il blues elettronico partorito in coppia con Lynch, così, lascia qui spazio a una maggiore attenzione per le venature pop (vedi Planet Wide) e a un impianto strumentale più reale che sintetico, con forti cenni jazz che percorrono praticamente ogni traccia.
Il problema, non di poco conto, è che la Bell ha una vocalità profonda e gradevolissima ma non particolarmente distintiva, a metà strada fra Anna Calvi e PJ Harvey ma senza mai raggiungere i picchi né dell’una né dell’altra. Ma soprattutto è che mancano i pezzi, nessuna delle dieci tracce del disco colpisce in modo particolare e se non fosse per Slow, con i suoi quasi sette minuti di ipnotismo à la Portishead, resterebbe davvero poco altro in mente a fine ascolto.
La sostanza è che “We Dissolve” è un album ben realizzato, ottimamente prodotto e interpretato col manuale del buon performer fra le mani… come lo sono decine di altri album. Per spiccare il volo Chrysta Bell deve metterci decisamente anche qualcos’altro, a partire da un po’ di personalità in più che non guasterebbe affatto.
(2017, Meta Hari)
01 Heaven
02 Devil Inside Me
03 Planet Wide
04 Half Asleep
05 Monday
06 We Dissolve
07 Beautiful
08 Slow
09 Over You
10 Gravity
IN BREVE: 2,5/5