Nell’olimpo dello stoner i Clutch di Neil Fallon devono sicuramente occupare un posto speciale. I ragazzi del Maryland, capitanati da uno dei più carismatici singer del globo, con il freschissimo Book Of Bad Decisions sono infatti giunti ormai al dodicesimo disco in venticinque anni di onorata carriera. Un ruolino di marcia e una costanza encomiabile, frutto di una passione che può comprendere appieno specialmente chi possiede sangue infuocato nelle proprie vene (tradendo ben più fredde origini).
Se costanza e longevità sono due qualità vincenti in ambito musicale, i Clutch ne aggiungono una terza che ha fatto la fortuna di molti: l’integrità. Sebbene sia fondamentale sfidare i limiti e mettersi in gioco per permettere alla musica di evolvere, rimane folta la schiera di band che una volta trovata la formula vincente han saputo saggiamente riproporla senza scadere nel banale. I Clutch sono senza dubbio tra i sovrani di questa religione, non avendo mai cercato di stravolgere il proprio suono, quanto più di lavorarlo e interpretarlo fino a trovare una delle migliori rappresentazioni di rock’n’roll che il mercato attuale possa ancora proporre.
“Book Of Bad Decision” non modifica nulla in questa tendenza: quello a cui ci si trova davanti è infatti un solido lavoro di hard rock dalle caldissime tinte sudiste in piena tradizione Clutch. Gli elementi che han reso grande la musica di Fallon e soci sono ben presenti e ormai decisamente radicati in una carriera che avvicina i tre decenni di attività: il funky e il blues completano uno stoner dalle calde tinte bollenti sin dalle prime ritmatissime note di Gimme The Keys e Spirit Of ’76, due brani che non brillano certo per inventiva ma che raffigurano al 100% lo spirito Clutch dei più recenti “Earth Rocker” e “Psychic Warfare”.
Spirito che comunque non riesce a esplodere con il vigore passato in molte delle quindici tracce di questo “Book Of Bad Decisions” e rimane forte la convinzione che il meglio dei quattro del Maryland venga fuori quando si cerca di alzare l’asticella a livello compositivo, abbandonando (anche se mai con estrema convinzione) gli standard canonici. Per questa ragione il trittico In Walks Barbarella / Vision Quest / Weird Times rappresenta il punto più alto di tutto il lavoro grazie all’inserimento non scontato di fiati, tastiere e percussioni atipiche.
Il resto del platter è sì una matura esecuzione di un’idea musicale matura e ben identificabile, ma manca a tratti (Sonic Counselor e Hot Bottom Feeder ne sono un esempio) di quella spinta in più che è sempre lecito attendersi da una band che non ha mai sbagliato un album in carriera e che rappresenta una sicura certezza ormai da un quarto di secolo. Gran buona prova, come sempre d’altronde, ma con la percezione che una sorta di rinnovamento sarà necessario nel prossimo futuro.
(2018, Weathermaker Music)
01 Gimme The Keys
02 Spirit Of ’76
03 Book Of Bad Decisions
04 How To Shake Hands
05 In Walks Barbarella
06 Vision Quest
07 Weird Times
08 Emily Dickinson
09 Sonic Counselor
10 A Good Fire
11 Ghoul Wrangler
12 H.B. Is In Control
13 Hot Bottom Feeder
14 Paper & Strife
15 Lorelei
IN BREVE: 3/5