Dicevamo: operazione complicatissima. Come si ricomincia dopo un successo di quel tipo? Da cosa si riparte? “Da zero”, sembra aver pensato Lorenzo, perché “Egomostro” è un disco che non ha nulla a che vedere con l’album precedente. Intanto perché si sculetta ad ascoltarlo (vedi Reale o Le vacanze intelligenti) e poi perché la valigia, Colapesce, l’ha ormai chiusa (sì, citiamo il video di “S’illumina”) con dentro tutto ciò che è stato nei primi trentun’anni di vita.
Pagato pegno (un bellissimo pegno) al bagaglio che giustamente si portava con sé, Colapesce, con “Egomostro”, ci dice chi è oggi: un artista agrodolce, talentuoso ché quasi stride con il deserto generale e privo di qualsiasi pregiudizio musicale: il pop di Sottocoperta, ad esempio, con quel verso: “profumo di cannella misto a gelsomino e tela” che non si spaventa di leggerezza e pioggerellina. L’egomostro, dunque, è quello dello “specialista di autoscatti” ma non solo, è uno stato esistenziale in cui caschiamo tutti come polli, nessuno escluso. È il vizio del Ventunesimo secolo, è lo specchio mobile che ci segue fin a fare la spesa. Lorenzo prova a scapparne.
E piace tanto l’impianto musicale che sceglie: tanta elettronica, tanto saliscendi di frequenze. C’è il grigio de L’altra guancia, c’è il giallo ocra di Brezny, c’è il marciapiede iperreale di Maledetti italiani, c’è il viscerale di Copperfield. E c’è quella faccia che Lorenzo sacrifica in prima persona per esser schiaffeggiata. Come un mostro da cacciare via.
(2015, 42 Records)
01 Entra pure
02 Dopo il diluvio
03 Reale
04 Sottocoperta
05 Egomostro
06 Le vacanze intelligenti
07 L’altra guancia
08 Copperfield
09 Brezsny
10 Sold out
11 Mai vista
12 Maledetti italiani
13 Passami il pane
14 Vai pure
IN BREVE: 3,5/5