Il talento si sente e il disco è sicuramente ben fatto, merito anche della super produzione con Conte e Iosonouncane, ma c’è qualcosa che non convince del tutto. Non un passo indietro rispetto ai lavori precedenti, ma uno di lato forse. Quest’album, infatti, pare aver sofferto più degli altri (o ne ha preso coscienza) del fatto che siamo nel 2017, lo streaming è diventato il primo modo di ascoltare musica e i social fanno il bello e cattivo tempo per un musicista (chiameremo questa cosa “effetto Disagiowave”). Spieghiamo meglio: per prima cosa occorre ricordiare che gli artisti, oltre a essere tali, devono pure mangiare e che i CD non si vendono più e lo streaming paga poco, molto poco. L’uscita di un disco dà l’occasione per organizzare e promuovere un tour, dove un artista appunto guadagna vendendo le serate e il merchandise.
Forse è quindi meglio fare uscire due dischi corti piuttosto che uno lungo, organizzando così un tour in più. “Infedele” infatti è molto corto (otto pezzi e mezz’ora di durata) e lo stesso Colapesce ha dichiarato in alcune interviste come fosse partito con l’idea di pubblicare un album doppio, avendo ben venti pezzi pronti. Ma le canzoni non scadono e possono essere usate anche in futuro. Seconda cosa, l’effetto Disagiowave: i due singoli Totale e Ti attraverso sembrano strizzare l’occhio a questo pubblico, che effettivamente è quello che frequenta i concerti. Ecco, sono i pezzi meno a fuoco del disco, non brutti, sia chiaro, ma probabilmente i meno à la Colapesce della sua carriera
Il resto dell’album invece è veramente riuscito e presenta suoni con riferimenti che pescano nel passato ma tremendamente moderni e originali, italiani e mediterranei ma anche con uno sguardo europeo. Pantalica sembra un pezzo del Battiato di “Dieci stratagemmi” in cui spicca un solo free di un sax impazzito, Vasco da Gama parte con un loop di arpa e ha un ritornello che scioglie il cuore, Decadenza e panna è il pezzo che più ricorda il Colapesce dei dischi precedenti, Buon compleanno con quella drum machine e quei synth così house potrebbe essere tranquillamente un pezzo dei Daft Punk. Il disco si chiude con Sospesi, che parte un po’ à la “Five Years” di Bowie ed è la chiusura ideale della tracklist.
Ciò detto, ribadiamo come Colapesce sia sicuramente una delle punte di diamante dell’attuale panorama italiano e che le osservazioni (in negativo) fatte poco sopra arrivano per il semplice fatto che da lui ci si aspetta sempre bellezza da impazzire. E di solito è così, solo che appena otto pezzi finiscono per non saziare la nostra voglia di sue canzoni.
(2017, 42 Records)
01 Pantalica
02 Ti attraverso
03 Totale
04 Decadenza e panna
05 Vasco da Gama
06 Maometto a Milano
07 Compleanno
08 Sospesi
IN BREVE: 4/5