“Il termine Hype si usa per descrivere l’attesa di qualcosa di particolarmente desiderato: un film, un libro o un disco, che accresce l’Hype dei fans”. Beh, l’attesa è finita perché Hype Aura, il primo album dei Coma_Cose, è finalmente uscito. Difficile da etichettare, sembra che quando si smetta di voler per forza trovargli una collocazione o affibbiargli un genere, allora si inizi a comprendere la vera natura del progetto proposto dall’eclettico duo milanese.
Un miscuglio di stili tra rap, pop ed elettronica che a un primo ascolto fanno un po’ a pugni, ma che già dal secondo giro appaiono intrecciarsi così naturalmente gli uni con gli altri che non capisci come mai prima avessi dubitato. I Coma_Cose passano da testi molto malinconici ad altri più leggeri e, detto tra noi, a me fanno davvero sorridere oltre che riflettere: “Mio nonno è tropicale quindi ho un avo-cado” (Granata). È raro oggi ascoltare versi come quelli presenti in “Hype Aura”, un vero e proprio viaggio immaginifico che California e Fausto ti fanno intraprendere senza l’ausilio di sostanze stupefacenti.
Le loro punchline sono assolutamente geniali: “La neve è solo pioggia col paracadute” o “Amaro del Capo cosparso di cenere e dolce Venere di rime” (Squali); “C’è paura ad essere diversi, ma quanta noia ad essere perfetti” (ancora Granata) oppure “Andare ai concetti, capire i concerti, laurearsi in problemi” (A Lametta), giusto per citarne qualcuna, ma potrebbero tranquillamente avere un loro personale dizionario per tutte le meraviglie che creano: Coma_Cose-Italiano/Italiano-Coma_Cose.
C’è sempre Milano nei loro testi, sembra quasi di viverci (o meglio, io sì ma immagino qualcuno di voi no), di passeggiare per una delle tante vie o per il naviglio, sedendosi in uno dei tanti bar o caffè a veder passare moltitudini di persone diverse tra loro: “Questa notte la mia gola è messa peggio di Via Gola” (Via Gola). È come fare un tour gratuito della città senza pagare alcun biglietto: “Pensavo: Milano è una città EMO perché il Duomo è gotico? Boh!” (S. Sebastiano).
Insomma, i Coma_Cose sono “tanta roba”, un duo follemente avantgarde dalle colte rime generazionali (“Nuovi cantanti, io agli opposti; loro tarocchi, Jodorowsky; loro tutto fumo e mai arrosti; Io poeta, Majakovskij”), ma pur sempre guidato da una tangibile, surreale, sensibilità: “La strada è solo una riga di matita che trucca gli occhi alla pianura” (Mancarsi).
(2019, Asian Fake)
01 Granata
02 Mancarsi
03 Beach Boys Distorti
04 Via Gola
05 A Lametta
06 S. Sebastiano
07 Mariachidi
08 Squali
09 Intro
IN BREVE: 3,5/5