C’è stato un momento, a metà anni ’90, in cui i Cranberries erano una band di punta del pop rock mondiale. Melodie azzeccate, qualche chitarra assestata in modo giusto, una manciata di singoloni che qualsiasi artista vorrebbe piazzare in classifica e, soprattutto, una frontwoman come Dolores O’Riordan, dotata di una voce particolarissima ed espressiva al massimo.
Poi col nuovo millennio la magia è in qualche modo svanita, ciascun membro della band ha preso strade diverse, soprattutto la O’Riordan c’ha provato con una carriera solista che però non è mai decollata davvero, chissà perché. La reunion ha portato a un disco, “Roses” del 2012, di cui gli stessi irlandesi sembrano non volersi ricordare, tanto da non aver scelto nessuna delle sue tracce per la tracklist di questo Something Else, sorta di greatest hits acustico che prova a rinverdire il nome della band in attesa che qualcosa si smuova anche dal punto di vista discografico.
In realtà l’album non è del tutto un best of, è qualcos’altro parafrasando il titolo stesso: i Cranberries infatti intervallano i rifacimenti con tre inediti, giusto per far capire di essere ancora in grado di scrivere qualcosa di accettabile: The Glory, Rupture e Why fanno il compitino richiesto, tre ballad che s’incastrano bene nel contesto minimale del disco pur senza strafare in quanto a coinvolgimento (di chi ascolta, ma anche della stessa O’Riordan che dal punto di vista lirico resta un po’ sulle sue).
Il resto è frutto della collaborazione della band con la Irish Chamber Orchestra, che ci mette tutti gli archi necessari alla rivisitazione dei pezzi, hit che messe insieme in sequenza rendono bene il senso di ciò che sono e che hanno fatto i Cranberries. Per brani come Linger, Dreams, When You’re Gone, Ode To My Family, Just My Imagination o Animal Instinct, il riadattamento in chiave unplugged e l’aggiunta degli archi non apportano chissà quali sostanziali modifiche all’impianto originale, siamo più nell’ordine di una revisione dettata dal trascorrere del tempo, con una O’Riordan inevitabilmente meno brillante di vent’anni fa che andava dunque supportata in modo diverso.
Sì, c’è anche Zombie, e per lei il discorso è un tantino diverso, le chitarre acustiche la stravolgono, la livellano al resto della tracklist e della produzione dei Cranberries, ma tutto sommato gli archi riescono quasi (quasi, eh) a supplire al tono drammatico delle chitarre dell’originale. “Something Else”, così, risulta essere un’operazione tutt’altro che nuova (prima degli irlandesi c’hanno già provato decine di altre band) ma quantomeno realizzata con una certa coerenza di fondo. Adesso la palla passa al palco, con il lungo tour programmato dai Cranberries a supporto del disco.
(2017, BMG)
01 Linger
02 The Glory
03 Dreams
04 When You’re Gone
05 Zombie
06 Ridicolous Thoughts
07 Rupture
08 Ode To My Family
09 Free To Decide
10 Just My Imagination
11 Animal Istinct
12 You & Me
13 Why
IN BREVE: 3/5