E’ dal 2001, quando vide la luce “Future Songs”, che il sound dei Cranes ha cominciato ad evolversi verso territori nuovi di zecca per una band che aveva fatto del dream-pop più cupo il proprio viatico. Un più presente uso dell’elettronica ed una decisa virata verso un ambient trasognato ed il gioco è fatto, i Cranes del nuovo millennio sono riusciti a non rimanere ancorati del tutto agli insegnamenti eighties. Non del tutto perché, in fin dei conti, le linee portanti delle produzioni della band inglese sono rimaste immutate. La voce di Alison Shaw è pur sempre la stessa dei primi anni ’90, fanciullesca, infantile, e per tale motivo assolutamente perfetta nel dipingere arabeschi vocali sugli scorci sonori composti dal fratello Jim. Ed il chitarrista è diventato per questo self-titled del 2008 (ma già in “Particles And Waves” di quattro anni fa) il vero protagonista, con composizioni minimali nella loro struttura ma non per questo avare d’emozioni. Undici tracce che percorrono trasversalmente le varie influenze subite dalla band di Portsmouth nei diciotto anni di carriera lasciatisi alle spalle. L’etereo e sognante dream-pop dei maestri Cocteau Twins è ancora il punto di riferimento primario, evidentissimo in brani come Panorama, Move Along e la conclusiva High And Low. Ma ci sono anche accenni a certo shoegaze di stampo Slowdive, ad esempio in Invisible, o richiami alla new wave più commovente in brani come Wonderful Things e Collecting Stones (probabilmente gli episodi migliori del lavoro). In tutto ciò, le melodie semplicissime ma ricercate di Worlds, Feathers e Wires colpiscono per l’utilizzo che viene fatto degli inserti elettronici, onnipresenti ma mai invasivi, perfettamente inseriti nel substrato pop dei brani. Con quei lunghi intermezzi privi di cantato, fra una strofa e l’altra, che riportano la mente a quelle atmosfere ambient che sembrano essere divenute ormai il vero obiettivo dei Cranes. A completare la tracklist, due brani strumentali (Diorama e Sleepwalking) che confermano la nuova strada perseguita dalla creatura dei fratelli Shaw. Ci ritroviamo, così, ad avere fra le mani uno degli album più convincenti e riusciti dell’intera discografia a nome Cranes, che presenta la band inglese in un particolare stato di forma, impreziosito da nuove fonti di ispirazione assecondate con lo stile di sempre.
(2008, Dadaphonic)
01 Diorama
02 Worlds
03 Feathers
04 Wires
05 Panorama
06 Wonderful Things
07 Collecting Stones
08 Invisible
09 Move Along
10 Sleepwalking
11 High And Low
A cura di Emanuele Brunetto