Dal 2010, con “The Bride Screamed Murder”, King Buzzo e Dale Crover hanno proposto tutto ed il contrario di tutto, e perdonateci se siamo noiosi nel fare un riassunto: un album con Trevor Dunn (Melvins Lite); un album di cover con una quantità non indifferente di musicisti diversi; un album con il loro primissimo batterista e Dale Crover al basso; un album acustico (Buzz solista); un album con due dei Butthole Surfers; il completamento di un album del 1999 con Mike Kunka dei godheadSilo; un album con un cast di numerosi bassisti.
Dimentichiamo nulla? Beh, probabilmente sì, ma non è questo il punto. Il punto è che ci troviamo di fronte ad ancora un progetto diverso, Crystal Fairy, ovvero una band con Teri Gender Bender (Le Butcherettes) e Omar Rodríguez-López (At The Drive-In). Questi ultimi avevano già collaborato al progetto Bosnian Rainbows, quindi tra entrambe le coppie esisteva già una sintonia in studio, sintonia che si è trasferita alla perfezione nel quartetto (non chiamiamolo supergruppo, per carità), che suona con dinamiche da gruppo già affiatato: il primo pezzo registrato insieme (Bent Teeth) mostra un’integrazione perfetta tra l’eccellente furore vocale di Teri Gender Bender, il consolidato clangore metallico dei due Melvins e Omar Rodríguez-López, qualunque diavolo sia il suo ruolo (sospettiamo, per esclusione, il basso).
Cosa non va allora? Beh, per cominciare i pezzi che, pur non scendendo mai sotto un determinato standard qualitativo, stentano a decollare: i riff talvolta sembrano riciclati da diverse epoche melvinsiane e le linee melodiche alla lunga sono ripetitive. I momenti di scostanza sono anche quelli migliori dell’album (Under Trouble, Sweet Self), ma anche seguendo il canovaccio principale di incastri letali Buzz/Dale sovrastati dalle acrobazie liriche della Butcherette troviamo pezzi di alto valore come il singolo Drugs On The Bus.
Buzz e Dale probabilmente ci faranno penare ancora a lungo per un prossimo album propriamente detto (la cosa che più vi si avvicina è l’EP del 2012 “The Bulls & The Bees”) ed esploreranno, come sempre hanno fatto, diverse possibilità con diversi musicisti, possibilità che non mancano mai di concretizzarsi con risultati estremamente interessanti, come di certo è interessante questo self titled. Però, maledizione (e speriamo che Buzz Osbourne non ci legga mai, altrimenti la sua ira funesta si abbatterà su di noi come quella di Jules Winnfield dopo aver recitato “Ezechiele 25:17”), basta con ‘sti progettini e fate un album “vero”.
(2017, Ipecac)
01 Chiseler
02 Drugs On The Bus
03 Necklace Of Divorce
04 Moth Tongue
05 Crystal Fairy
06 Secret Agent Rat
07 Under Trouble
08 Bent Teeth
09 Posesión
10 Sweet Self
11 Vampire X-Mass
IN BREVE: 3,5/5