Questa volta era davvero altissimo il rischio di cadere con tutte le scarpe nella trappola dei Daft Punk, una di quelle cose che se fosse stata quotata dai bookmaker le agenzie di scommesse avrebbero sospeso le puntate. Vincita facilissima, come per una partita combinata. Colpa un po’ di un pubblico tristemente incline all’esaltazione del momento, ma soprattutto merito dell’eccellente strategia di lancio operata dal management del duo francese. In pratica non è passato uno solo dei giorni antecedenti la pubblicazione di Random Access Memories senza che non uscisse fuori qualcosa al riguardo. Un impatto virale devastante che fra indiscrezioni, trailer, rivelazioni dei guest dosate col contagocce e preview, ha creato attorno al quarto album dei Daft Punk un’attesa spasmodica, tanto da farne probabilmente l’album più atteso di questo 2013. Più di David Bowie, più dei My Bloody Valentine, più dei Suede, più dei Depeche Mode. E questo esclusivamente perché – a parte gli otto anni di distanza da “Human After All”, ultimo album della coppia parigina se si esclude la soundtrack di “Tron: Legacy” – hanno saputo giocarsela benissimo. Dieci e lode a loro e a chi ha lavorato per loro.
Inevitabile, dunque, che le aspettative riposte nell’album siano subito salite alle stelle: il singolo Get Lucky, fortissimo della collaborazione col Re Mida Pharrell Williams, non c’ha messo molto a divenire un tormentone, non fosse altro perché è semplicemente perfetto, t’avvinghia al primo ascolto e non ti lascia più, degno erede di quelle “Around The World” e “One More Time” che hanno decretato il successo planetario dei Daft Punk. Superato però lo scoglio obbligatorio del singolo, è il rimanente materiale contenuto in “Random Access Memories” a fare realmente la differenza. La prima considerazione che salta in mente è: questi due fanno il diavolo che gli pare infischiandosene di tutto.
Sì, perché mentre il mondo dell’elettronica va verso la totale disumanizzazione in favore delle macchine, loro tirano fuori un album d’elettronica “suonato” nel vero senso della parola, vintage e futurista al tempo stesso nonostante ciò possa apparire un ossimoro. Suona caldo “Random Access Memories”, anche se il consueto (ab)uso del bistrattato vocoder robotizza quasi tutte le voci (prendi l’opener Give Life Back To Music o Doin’ It Right, ma praticamente tutto l’album). Ma il fulcro del discorso, alla fin fine, non è tanto che strumentazione si usa quanto piuttosto come la si usa, e i Daft Punk pur eccedendo non disturbano.
Come in Giorgio By Moroder, che comincia con la narrazione di quel ”Giovanni Giorgio che tutti chiamano Giorgio”: parla della sua voglia giovanile di far musica, dei suoi primi contatti con l’elettronica, un brano omaggio ad un artista cardine della formazione dei Daft Punk che si sviluppa con un sequencer ossessivo per la bellezza di 9 minuti. Gli accessi alla memoria realizzati dai Daft Punk sono davvero random, dalla soul-disco degli Earth, Wind & Fire ai vocalizzi di Prince (vedi Lose Yourself To Dance, altro brano in cui compare Pharrell), passando per Donna Summer, lo stesso Moroder o i sempreverdi Bee Gees, in un andirivieni senza soluzione di continuità nel vastissimo universo della dance.
Il lavoro alle voci, a tratti maniacale, riesce a ridare una speranza artistica persino a Julian Casablancas in Instant Crush, uno che da un po’ di anni a questa parte non ne combina una giusta né da solo né coi suoi Strokes. Come dicevamo all’inizio, l’euforia e l’isterismo di tanti risultano ingiustificati, questo “Random Access Memories” suona tanto come l’autobiografia dei Daft Punk, che c’hanno messo dentro tutto il loro albero genealogico compresi figli e nipoti a venire. Ma risulta parimenti ingiustificato lo snobismo di molti altri: questi due francesi sanno più che bene come fare la loro musica. Se poi la si può anche ballare, non è necessariamente un peccato.
(2013, Sony / Columbia)
01 Give Life Back To Music
02 The Game Of Love
03 Giorgio By Moroder (feat. Giorgio Moroder)
04 Within (feat. Chilly Gonzales)
05 Instant Crush (feat. Julian Casablancas)
06 Lose Yourself To Dance (feat. Pharrell Williams)
07 Touch (feat. Paul Williams)
08 Get Lucky (feat. Pharrell Williams)
09 Beyond
10 Motherboard
11 Fragments Of Time (feat. Todd Edwards)
12 Doin’ It Right (feat. Panda Bear)
13 Contact (feat. DJ Falcon)
IN BREVE: 4/5