Avete mai provato a bere un tè caldo in piena estate? Lo sbalzo termico si mescola con le foglie, il retrogusto amaro è esplosione, il liquido scende come una lama infuocata. Poi c’è il sollievo. Perché i demoni vengono sconfitti all’interno e fuori ci si sente nuovi. Damien Jurado e la sua tazza da tè. Una chitarra, delle ballate, quella voce che da fine Novanta lo tiene incollato a una virtuale veranda verso il tramonto.
Il nuovo disco del cantautore di Seattle è il tentativo di esorcizzare mostri. Quelli del titolo The Monster Who Hated Pennsylvania equelli di certe donne e certi uomini alla ricerca di risposte: Helena, Tom, Joan, Jennifer “raccontano” la propria storia a cavallo tra monotonia e straordinario. Storie di solitudini, di paure, escapismo, stasi e schizzi e reazioni. Il tutto incastonato tra le quattro mura di una dimensione che sarà ricordata nei secoli dei secoli. La claustrofobia tra il precedente disco pubblicato nel 2020 “What’s New, Tomboy” – con quella cover che strizzava l’occhio a Magritte – e l’attuale – con un pianerottolo e un uomo al tappeto come il groviglio più spietato di un Escher – raccontano il biennio più difficile per l’umanità e per un autore che da sempre ha fatto dell’intimismo la sua cifra.
“The Monster Who Hated Pennsylvania” poi è il primo disco che Jurado pubblica interamente da solo con una nuova etichetta fai da te, la Maraqopa Records, con ovvio riferimento al disco del 2012 e all’amico Richard Swift, scomparso troppo presto da questo mondo. “La maggior parte delle etichette discografiche ti fa aspettare due anni per pubblicare qualcosa – ha detto Damien – io invece scrivo a un ritmo così alto che non ha senso aspettare così a lungo. Voglio pubblicare due o più dischi all’anno e prima non ero in grado di farlo”. Il prurito sulle dita di Jurado e sulle corde della sua chitarra.
(2021, Maraqopa)
01 Helena
02 Tom
03 Dawn Pretend
04 Song For Langston Birch
05 Minnesota
06 Johnny Caravella
07 Joan
08 Hiding Ghosts
09 Jennifer
10 Male Customer #1
IN BREVE: 3,5/5