Il mondo in cui avevamo lasciato Earl Sweatshirt era un mondo diverso. O in cui ci aveva lasciato lui, la si veda come si preferisce. Fatto sta che correva il 2019. Thebe (così all’anagrafe) veniva a patti con la morte del padre, il poeta sudafricano Keorapetse Kgositsile, e col grande consenso ricevuto grazie a “Some Rap Songs”. L’America aveva compiuto il giro di boa dell’amministrazione Trump. Sembra tutto così lontano, accidenti. Nel 2022 è il nostro autore a essere padre. Trump ha chiuso il suo ciclo. “Some Rap Songs” cede lo scettro a Sick!, raccolta che ne ribadisce (come sempre) la durata al di sotto dei trenta minuti. Ma i tem(p)i sono cambiati.
Come si evince già dal titolo, la malattia (l’isolamento, la solitudine) è la più grossa tra le due colonne principali dell’opera, insieme all’anticipata dinamica della paternità vecchia e nuova. Il COVID fa capolino quasi in ogni pezzo foss’anche uno schizzo, una fotografia, un dettaglio minimo. Eppure. Eppure non tutto è nero. Morte e vita, passato e prospettiva procedono passo passo, mano nella mano, disegnando un tragitto lirico di progettualità e rivalsa – dopo tutto. Musicalmente, l’esilità dei brani è solo uno specchietto per allodole. Nella loro estrema concisione (e a dispetto di un equilibrio in cui le parole hanno sicuramente un altro peso, un altro spessore) scintillano di campionamenti soul, psichedelici: a volte poche note di pianoforte grattate dalla puntina di un giradischi che trasformano la materia, come splendidamente definita dal Guardian, in “una serie di frammenti da un sogno febbrile”.
Guai però a tacciare Earl di mancata lucidità: tra i colleghi, al contrario, è certamente uno dei più attenti e precisi. Forse per questo si affida al racconto, al romanzo breve. Al fuoco che riscalda il fuggitivo senza creare troppo fumo, concentrandosi sul calore. Chissà. Earl lo sciamano, Earl il vecchio che ce le canta: “Life could change in the blink of an eye, I’m wrinklin’ time / I’ma leave it to y’all to get hoodwinked and surprised”. Earl che invece ha ventisette anni e ci abbandona sorpresi alla coda di Fire In The Hole come in un fumoso jazz bar qualsiasi. Earl, Earl Sweatshirt. Da un mondo diverso che era poi lo stesso mondo. Non ce lo scordiamo.
(2022, Tan Cressida / Warner)
01 Old Friend
02 2010
03 Sick!
04 Vision (feat. Zelooperz)
05 Tabula Rasa (feat. Armand Hammer)
06 Lye
07 Lobby (int)
08 God Laughs
09 Titanic
10 Fire In The Hole
IN BREVE: 3,5/5