Ne sono passati di anni da quando eiaculavamo e scorreggiavamo con Elio in allegria. Ne sono passati ancora di piĆ¹ da quando le prime cassettine del live in Borgomanero circolavano tra i fan (e arrivavano, incredibilmente, anche in Sicilia). Basti pensare che ne sono passati venti da quando scuotevano la sonnacchiosa platea di Sanremo e Pippo Baudo, facendo divertire non poco lāorchestra e irridendo lo stereotipo di canzone sanremese con āLa Terra dei Cachiā.
Sarebbe quindi folle pensare di trovarsi di fronte le stesse persone, gli stessi musicisti, dopo tutto questo tempo. No, non intendiamo che siano cambiati i componenti del complessino, ma che sarebbe folle non capire che gli anni passano per tutti, e che un 50enne non ha la stessa cazzoneria di un 30enne, e per chi fa musica cosiddetta ādemenzialeā (termine che gli Elii rifuggono) cāĆØ da considerare che fare i cazzoni ĆØ il pane quotidiano. Ć vero che sarebbe incredibilmente riduttivo pensare agli Elii come band demenziale, hanno piĆ¹ e piĆ¹ volte dimostrato di essere una delle band piĆ¹ importanti della storia musicale italiana, hanno prodotto musica di livello tecnico straordinario e testi che sono rimasti talmente impressi nellāimmaginario collettivo da essere entrati a far parte del linguaggio comune. Fece quindi specie sentire āLāalbum biangoā, lavoro precedente a questo Figgatta de Blanc e primo vero passo falso nella discografia del complessino, e a distanza di tempo lāimpressione non ĆØ cambiata.
Le premesse per questo disco non erano delle migliori: 50enni, nuovamente a Sanremo ma con meno voglia di stupire (eccetto un divertente travestimento da Kiss per la finale e una cover di āElephant Talkā dei Crimson e di āHeroesā di Bowie con Adrian Belew al Dopofestival) e tanta voglia di promozione, dato che entrambi i pezzi presentati sono inclusi in questāalbum, ancora un nome che parafrasa un titolo famoso (chiaramente āReggatta de Blancā dei Police, mentre era, altrettanto ovviamente, āThe White Albumā dei Beatles per il precedente), sempre carichi di impegni extra-eliatici, anticipato da un singolo ormai vecchio di mesi, un āIl primo giorno di scuolaā musicalmente heavy e testualmente bruttino, accompagnato da un video di Scottecs che puzzava pesantemente di colpo di grazia ā la definitiva conferma che āLāAlbum Biangoā non era una coincidenza.
Fortunatamente i segnali non sono sempre necessariamente una sentenza, e āFiggattaā presenta gli Elii sicuramente piĆ¹ concentrati e dedicati, ma allo stesso tempo piĆ¹ divertiti e rilassati. Uno dei problemi sostanziali de āLāalbum biangoā era un didascalismo estremo (āQuesta ĆØ la canzone mononota, quindi suoniamo solo una notaā, āEcco la canzone del Primo Maggio, segue lista di cose che succedono al concerto del Primo Maggioā, āQuesta canzone ĆØ un tributo agli Area, ecco che suoniamo quindi come gli Areaā, āQuesto ĆØ il ritmo della sala prove, ecco cosa succede in una sala proveā) in gran parte qui abbandonato: emerge a tratti in pezzi come Ritmo sbilenco o Il mistero dei bulli, ma in maniera decisamente meno pesante e piĆ¹ tollerabile, ma resta una certa difficoltĆ narrativa che li porta a pescare in news (anche a āsto giro vecchiotte) come bullismo, aumento della popolazione cinese nellāitalico solo (China Disco Bar), lāabuso di termini anglofoni che suonano piuttosto ridicoli (Parla come mangi), senza riuscire a strappare una risata.
Gli Elii, invero, danno il meglio quando ci raccontano storie assurde, come fa Rocco (la cui voce ĆØ, come talvolta ĆØ accaduto nei live, filtrata attraverso un vocoder) nella meravigliosa She Wants, che sembra un pezzo eliatico di altri tempi, o nei frammenti di ritornello che compongono la sanremese Vincere lāodio: sono molto piĆ¹ interessanti le storie dellāenergumena o del femminiello che ĆØ nato a Napoli del sapere che la musica dance cinese fa cagare, cosƬ come era piĆ¹ interessante la storia di Luigi Il Pugilista rispetto a datate battute sullo spam o sulle foto fatte col telefonino.
Musicalmente, come di consueto impressionanti da un punto di vista strettamente tecnico, stavolta sembra che il potere di ri-ascolto sia discretamente alto e che pezzi come il tributo al prog rock Ritmo sbilenco si prestino ad ascolti successivi piuttosto che a essere accantonati passato lāeffetto novitĆ . E la cazzoneria ed il divertimento sembrano genuini, basti ascoltare I delfini nuotano e le risate che ogni tanto escono fuori tra una canzone e lāaltra. CāĆØ anche un momento commovente con Bomba intelligente, una canzone che Francesco Di Giacomo (voce del Banco Del Mutuo Soccorso, tragicamente scomparso in un incidente stradale nel 2014) aveva scritto con Paolo Sentinelli ma mai completato, che parla, comāĆØ facile intuire, di guerra, in maniera dolce e con la romantica intelligenza che contraddistingueva Di Giacomo.
Questa e quella di J-Ax in Tangenziale sono le uniche ospitate āmusicaliā, cosa abbastanza strana considerata la consueta pletora di nomi che ĆØ possibile trovare nei dischi del complessino (ci sono anche Lillo e Greg in uno sketch preso dalla loro trasmissione ā610ā e Nick The Nightfly), segno che, forse, lāirresistibile manipolo di manigoldi non vive piĆ¹ in quella delirante situazione che portava un ricircolo costante di collaboratori a unirsi a quello che ĆØ un gruppo di gente divertente, tecnicamente meravigliosa e ā un tempo ā in costante produzione. Ci avranno, ormai, anche altri cazzi da fare, cosa piĆ¹ che comprensibile.
La speranza ĆØ che continuino (coi tempi opportuni) a fare musica straordinaria, che abbandonino le notizie di cronaca, e, magari, che ci propongano qualche nuovo esperimento che ci lasci a bocca aperta, invece che questo sorrisino che svanisce dopo poco.
(2016, Hukapan)
01 Figgatta de blanc
02 Vacanza alternativa
03 She Wants
04 Parla come mangi
05 Il mistero dei bulli
06 China Disco Bar
07 Il quinto ripensamento
08 Bomba intelligente (feat. Francesco Di Giacomo)
09 Inquisizione
10 Ritmo sbilenco
11 Il rock della tangenziale (feat. J-Ax)
12 Cameroon
13 I delfini nuotano
14 Il primo giorno di scuola
15 Vincere lāodio
IN BREVE: 1,5/5