Me And Armini, uscito nel settembre ’08, è il sesto brillante lavoro della ventottenne islandese Emiliana Torrini. Dopo “Fisherman’s Woman”, delicata perla folk, la Torrini continua a tracciare il suo personale percorso di dolcezza sonora dopo “l’aggressività elettronica” dell’album d’esordio. L’album è un perfetto melting pot di generi musicali che si fondono naturalmente con la potente ma misuratissima voce della Torrini (spesso paragonata a quella della ben più famosa sua conterranea, Bjork). La Torrini, rifuggendo banali etichette, ha sempre definito la sua produzione come “ibrida” e infatti anche questo disco non la smentisce: spaziando dal folk, al trip-hop al più puro e semplice pop, riesce a tracciare variegate atmosfere sonore fornendoci scenari a dir poco immaginifici. Dall’elettronica più classica di Dead Duck al folk di Bleeder, dal sostrato reggae di Me And Armini alla evanescente, quasi minimale, delicatezza di Beggar’s Prayer, il tutto condito da una voce che da sola potrebbe fungere da strumento a tutti gli effetti, come nel bizzarro ma orecchiabilissimo esercizio di stile Jungle Drum. Ma è con Big Jumps che la Torrini porta ai massimi livelli la tensione emotiva, regalandoci una ballata dai toni malinconici, quasi struggenti (che potrebbe ricordare la “bjorkiana” “Pagan Poetry”). Ancora una volta il disco presenta la collaborazione del chitarrista Dan Carey, preziosa soprattutto nel sinuoso blues di Gun dove è palese la riuscita tendenza della Torrini al “melting pot,” i cui ingredienti non sono mai lasciati al caso ma accuratamente e sapientemente dosati. “Me And Armini” è, in sostanza, un disco nuovo, fresco, ma classico allo stesso tempo; dai ritmi trascinanti e veloci ma anche e soprattutto eleganti. E’ un lavoro che conserva la tipica attitudine islandese ai suoni “freddi” riuscendo allo stesso tempo ad assicurare il “caldo” abbraccio delle sonorità folk. Un disco, questo, che rappresenta la totale dedizione della Torrini alla sperimentazione e che lascia ampi spazi agli “azzardi” del futuro. Impossibile prevedere le prossime mosse dell’eclettica islandese, ci basti per ora godere di quest’ultima prova di originalità e stile davvero convincente.
(2008, Rough Trade)
01 Fireheads
02 Me and Armini
03 Birds
04 Heard it all before
05 Ha Ha
06 Big Jumps
07 Jungle Drum
08 Hold Heart
09 Gun
10 Beggar’s Prayer
11 Dead Duck
12 Bleeder
A cura di Laura Vayola