Ci hanno messo ben cinque anni gli Explosions In The Sky per dare un seguito all’ottimo “Take Care, Take Care, Take Care”. Il quartetto di Austin, Texas, torna mantenendo intatto il proprio corredo genetico radicato nel post rock orchestrale fatto di escapismo e immagini rarefatte.
Non desta dunque alcuna grande sorpresa stilistica The Wilderness, ammantato com’è da un’aura estatica e a tratti sacrale (Losing The Light) in cui le chitarre si dissolvono indolenti su un orizzonte sonoro che richiama le aurore boreali.
Gli Explosions In The Sky ripropongono quindi tutto ciò che da sempre li contraddistingue, nel bene e nel male. Gli affascinanti slanci melodici, come il turbine autunnale del pianoforte di Tangle Formations o il nervoso incedere di Disintegration Anxiety, le atmosfere avvolgenti di Logic Of A Dream e Landing Cliffs. A far da contraltare però ci pensa l’ingabbiamento in un genere che da anni ha sviscerato ogni significato e in cui il significante, ben codificato da maestri quali Mogwai e Godspeed You! Black Emperor, non desta più alcuna sorpresa.
Va riconosciuta comunque al gruppo una cieca fedeltà al verbo senza per questo ricorrere a pose manieristiche, ma sempre con l’intenzione di imbastire un discorso che si regga autonomamente sulle proprie gambe. E a volte questo può bastare.
(2016, Temporary Residence / Bella Union)
01 Wilderness
02 The Ecstatics
03 Tangle Formations
04 Logic Of A Dream
05 Disintegration Anxiety
06 Losing The Light
07 Infinite Orbit
08 Colours In Space
09 Landing Cliffs
IN BREVE: 3/5