Giunta alla terza prova in studio, a Fallulah, al secolo Maria Apetri, era chiesto uno slancio che la proiettasse una volta per tutte nel gotha dell’electro-pop al femminile. Invece l’artista danese di origini rumene torna con un lavoro dalle evidenti ambizioni da classifica, pieno di wannabe-hit ma che faticano a bucare.
Ripulite le vesti dalle ultime polveri folk rimaste, il panorama sonoro è affidato a Liam Howe (ex membro degli Sneaker Pimps che ha prodotto, tra gli altri, Lana Del Rey e FKA Twigs) che piazza suoni garbati mantenendo una “semplice complessità” in ogni traccia.
Il problema è che in undici canzoni non è chiaro dove alberghi la vera anima di questo Perfect Tense. Sarà nel rock à la PJ Harvey di Lost? Vive nell’affascinante penombra trip hop di Ghostfriend? Nel dream pop che strizza l’occhio alle Warpaint di I.L.W.A.D.? Nell’indie rock sbarazzino di Bob Dylan? O forse nell’ammiccante title track, che apre con un ritornello che ricorda le Icona Pop?
Non lo sappiamo, l’album scorre via piacevole, sì, ma senza colpo ferire. Nulla splende di luce abbagliante, anche le melodie vocali di Fallulah non rendono giustizia all’interessante artista di “Escapism”. Troppa carne al fuoco, concentrarsi su uno o due elementi stilistici, anziché tentare di mettere due piedi in una scarpa, avrebbe reso questo “Perfect Tense” più coeso e dalla qualità nettamente più alta. Peccato.
(2016, Instant)
01 Perfect Tense
02 I.L.W.A.D.
03 Social Club
04 Sorrow Is A Shadow
05 Ghostfriend
06 Vandalain
07 Bob Dylan
08 Slow Love
09 Swimming Love
10 Lost
11 We All Need Water
IN BREVE: 2,5/5