Tra country, blues, post punk a pacchi e psichedelia come se piovesse, i Fat White Family con appena due album hanno dato vita a un proprio personalissimo standard, le cui linee guida recitano più o meno così: “Noi facciamo quel cavolo che ci pare. Se non ti piace, puoi anche andartene serenamente a fare in culo”. Un punto di vista inappuntabile per dei teppistelli di South London che hanno avuto ben altri problemi da affrontare per preoccuparsi delle critiche alla propria musica.
Nel passaggio dall’esordio “Champagne Holocaust” (2014) al sophomore “Songs For Our Mothers” la formazione inglese aveva lasciato intatte le proprie marce caratteristiche, inscurendosi un bel po’ ma mantenendo una certa coerenza di fondo. Con Serfs Up!, loro terzo lavoro che segna anche il debutto su Domino, Lias Saudi e i suoi compiono invece una decisa sterzata verso “altri” territori e malattie. L’insegnamento dei maestri di sempre – leggasi alla voce Velvet Underground – sta ancora là in bella mostra sulle pareti del disco, ma i Fat White Family sapevano benissimo che crogiolarsi troppo nell’autocompiacimento sarebbe stato un grosso errore, così eccoli tirare fuori dal mazzo una manciate di carte che si rivelano assolutamente vincenti.
Con i synth molto, molto più in evidenza rispetto ai primi due capitoli della loro discografia, i Fat White Family di “Serfs Up!” lasciano che i loro pori trasudino spessissimo Joy Division (vedi I Believe In Something Better), flirtano ai limiti del pornografico con un’altra leggenda newyorkese come i Suicide (vedi Fringe Runner), evocano lo spirito del Syd Barrett più acido (vedi When I Leave) e indossano gli abiti sgualciti degli Arcade Fire, quelli finiti in soffitta perché usurati e rattoppati mille volte (vedi la conclusiva Bobby’s Boyfriend, ma anche il gusto classico di Oh Sebastian).
La sintesi di questa succulenta poltiglia la troviamo proprio nell’incipit dell’album nonché primo singolo estratto dallo stesso, Feet, oltre cinque minuti di pulsazioni che se le classifiche avessero un occhio di riguardo per il torbido ne occuperebbero le primissime posizioni. Questo per dire di come i Fat White Family abbiano anche una certa innegabile propensione melodica, solo che la loro è musica talmente intrisa di ogni tipo di droga da finire per essere quasi impresentabile, troppo sporca, persino ridicola a tratti, sicuramente malsana. Insomma, meravigliosamente affascinante.
(2019, Domino)
01 Feet
02 I Believe In Something Better
03 Vagina Dentata
04 Kim’s Sunsets
05 Fringe Runner
06 Oh Sebastian
07 Tastes Good With The Money
08 Rock Fishes
09 When I Leave
10 Bobby’s Boyfriend
IN BREVE: 4/5